Ma la tartaruga non romperà mai da sé il suo scudo.
Raggomitolato in un cappotto di nebbia
brandisco l’ombrello come una spada.
Pigne rotte a terra una vecchietta sgrana.
Ho setacciato le vie e le ho svolte filo per filo.
Ma è sempre più difficile riannodare
i tanti filamenti sfilacciati,
le sartie tagliate.
Ho bisogno di sentire che parlo a qualcuno.
Chiederei ancora
se sapessi
che la domanda verrebbe ascoltata.
Non pensare -vizio da masse-
forse è la prima igiene da prescrivere.
Non pensare se non a se stessi.
Se gli uomini avessero solo una vaga idea
della paura che hanno i laghi di asciugarsi…
Il sigillo crudele non rivela.
La verità, il senso passano
mentre noi parliamo,
irretiti di nessi e legami
a un’esistenza metamorfica, orfica.
Le cose vogliono essere quello che sono?
L’impercorribile è senza nome:
esperienze innominate,
esplorazioni impercorse,
profumi e suoni anonimi.
L’imprendibile ci fomenta.
Vite per forza (senza buona volontà).
Tolda o tomaia purché da cavità risalga.
Di bestemmia in preghiera
Mi smeriglio e mi smaglio.
- Blog di Piero Lo Iacono
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