e di una data... Non ricordo più...
Mi rividi, tra i banchi, ali di corvo,
travolti dalla stessa gioventù.
La scuola era finita...
Nel giorno del congedo, quell'aria
effervescente, mi spauriva.
Ma i professori, erano felici...
fidenti nell'auspicio di
rincontrarci.
Mi avvicinai a quell'ultimo
che era il più vicino
gli dissi con un nodo:
“... Io la saluto...”
Egli, che mi notava,
mi chiese, come in pianto:
“Dove andrai?...”
Compresi il suo timore, ma
non capivo...
Risposi:
“Dove mi porta il cuore.”
Mi guardò intensamente:
“Abbi coraggio.”
E gli tremò la voce...
E ravvisai una lacrima
negli occhi stanchi.
* * *
Di tempo ne è trascorso...
la vita ci travolge,
ma il cuore non si arrende
e lo rividi:
l'un verso l'altra.....
Come in un abbraccio,
mi diceva: “Come sono felice!.....
E di', pure a quell'altra
che sapeva capire,
che il professore vuole...
La voce si perdeva.....
Ma la colsi,
come rivolta
ad un'altra presenza:
“Facciamole incontrare queste ragazze...”
L'invito era rivolto a tutti.
Dice il proverbio: “Solo chi non vuole
non è capace
di nutrir gli affetti...”
Compagna d'altri tempi, ti cercai.....
* * *
LA SUA RISPOSTA
La sua risposta fu come quel fuoco
che ottenebra la mente:
“Se dal cielo mi cerca un Professore,
sono una Santa.”
Ci salutammo con un arrivederci....
implicito il sentirci.
Piombò il silenzio.
Finché,
mi risolvevo a ritrovarla,
conscia di quello schiaffo,
che a mio avviso,
sarebbe stato l'ultimo
(e glielo avevo detto che ne avevo
ricevuto degli altri).
Mi rispondeva:
“Ci sentiremo...”
Quanto a risentirci.......
Non sei una Santa, per
parlar coi morti....
Porgevo l'altra guancia
e le dicevo:
“Domando scusa.”
- Blog di Giuseppina Iannello
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