L'ultima carezza (racconto breve) | Prosa e racconti | Alessandro Moschini | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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L'ultima carezza (racconto breve)

 "Non sento più niente. Adesso sono libero, libero di essere quello che volevo, libero di essere giudicato da te Signore e da questa massa di benpensanti, falsi perbenisti che sono qui a giuria. Non che a me freghi qualcosa del loro giudizio ma tant'è..." così Mark si rivolse all'Altissimo, allorché si trovò davanti al Tribunale Celeste. Dio sedeva sul suo trono torvo in espressione di rimprovero ma sereno e fermo. Aveva dormito il sonno dei giusti e degli imparziali e Mark lo sapeva. Di fianco a lui la giuria, composta da anime di dottori e scienziati a braccetto con quelle di alti prelati che in vita si erano prodigati all'unica causa che contava per loro: il loro individualismo. Sedevano fianco a fianco, intenti a cercar di salvare la loro anima dal giudizio divino, come ruffiani convinti di poter infinocchiare l'Onnipotente a loro piacimento anche dopo il trapasso. Dio si rivolse a Mark: "Spiegami il tuo gesto. Cosa ho fatto di male a te per meritarmi la restituzione anticipata del mio dono" "Signore - rispose Mark - i doni devono essere graditi. Io ho gradito la vita che mi hai dato, nel momento in cui l'ho ricevuta e te ne sono grato. Ma poi è iniziata la sofferenza, il dolore fisico senza via d'uscita. Non perché non ci sarebbe stata, ma perché mi è stata negata. Negata dagli uomini di potere a loro vantaggio. Non sei tu che decidi di togliere la vita. Sono gli uomini che professano la tua parola, che conoscono le soluzioni a negare le soluzioni stesse sostituendosi a te. E loro da terreni corrotti danno la colpa a noi addossandoci il marchio di peccatori negandoci l'attuazione della tua Parola." "Ma tu ti rendi conto - rispose Dio - che per la legge divina che ho creato devo scagliarti all'inferno a soffrire pene atroci? Non hai pensato alle conseguenze del tuo gesto?" "Mio Signore, come dice una canzone che ho sentito nell'Aldiqua l'inferno esiste solo per chi ne ha paura. L'inferno io lo vivevo sulla terra. E' straziante vedere le persone che ti amano distrutte dal dolore di non poter far niente per salvarti. Credi sia stato facile per me prendere una decisione simile? Credi che io l'abbia presa a cuor leggero? Avevo il cuore in gola ieri notte aspettando il treno. Ma è stato un attimo. Ho risparmiato a me ed ai miei cari sofferenze atroci. Non sono neppure arrivato a percepire la curva più acuta del dolore. Prima che essa arrivasse ero già spirito, entità eterea fluttuante nell'atmosfera che osservava dall'esterno il proprio corpo sfracellarsi orribilmente. Fuori dal mio corpo ho avvertito sgomento nel vedere l'impatto con la locomotiva, nel vederlo dilaniato in un lago di sangue, tagliato dalle ruote di ferro mentre gli occhi mi schizzavano fuori dalle orbite sfiguandomi e le braccia e le gambe cadevano ai lati della ferrovia lasciando fuoriuscire fiumi rossi. Avrei voluto evitarmi una fine così, ma dopo fui libero e leggero nel sapere che i miei cari sarebbero stati sgomenti all'impatto della notizia ma che anche loro sarebbero stati liberi di piangermi non nel vedermi spegnere lentamente tra rantoli di dolore indicibile ma solo per il ricordo tenero che è rimasto dentro di loro. Era quasi dolce il suono delle sirene dell'ambulanza e divertente vedere la faccia di quegli uomini di potere uguali a quelli che siedono di fianco a te qui in giuria e che tu non giudichi a cui ero andato in culo insieme al loro sistema di merda. Qui non soffro più." "Avresti dovuto chiamarmi e pregarmi - controbatté l'Altissimo - invece di fare di testa tua." "Ti ho chiamato, pregato, supplicato tutte le notti - rispose Mark - aspettando invano un tuo cenno. La disperazione per me e per le persone a me care unite al dolore atroce hanno fatto il resto spingendomi a chiudere anticipatamente i miei conti terreni."Dio lo guardo serio ma con lo sguardo pieno di comprensione: "cosa ti aspetti adesso da me? - disse l'Altissimo a Mark - che condanni i giurati da te additati ed assolva te? Non posso farlo!" "Non pretendo ciò mio Signore - rispose Mark - mi attendo solo una tua carezza, quella che non ho avuto in vita, senza pretenderla perché so che la otterrò da te che sei Dio di misericordia. Le negazioni non arrivano mai da te. Arrivano solo dagli uomini, specie quelli che parlano sostituendosi a te. E adesso attendo sereno qualsiasi sia il verdetto" E Mark sereno lo era davvero. L'Altissimo alzandosi dal suo trono incrociò i suoi occhi ed a loro rivolse un sorriso colmo di pace.

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