Ecco, io avendo questa occasione avrei voluto dire che questo libro è una cagata.
Adesso son qua con questo nervoso addosso per non poterlo dire. Questo è un bel libro. Mi tocca dirlo. Ho questa idea che si occupino di molti che scrivono, nei giornali per via della fama, scrittori intendo, solo perché ne vendono tanti magari o perché scrivere di questi fa vendere ma, dico
io, si starebbe meglio se proprio non scrivessero niente. Poi invece ci sono questi, come Lucia Piombo, gli undergrond, i diseredati dall'attenzione, un'accolita di oscuri che tirano fuori cose cosi, come questa e tra questi ci sono talenti e, io credo si nasconda anche qualche genio.
"L'irrazionalità e il caso che governano crudelmente la vita, distribuendo come capita salute e malattia, premi e castighi, trionfi e disastri, fanno sentire il loro arbitrio anche nella storia della letteratura contemporanea" ha scritto Magris una volta.
Io non voglio dire che questo sia il caso di "Storia senza rima". Che però meriti altre vetrine, questo si. Una sera da Fazio, per esempio. Un monologo. Una sola voce con tutte le altre che abbiamo dentro, là a discorrere tra loro. E' il suo modo di scrivere che mi seduce irrimediabilmente. Un poema prosaico, poesia e prosa che vanno spose, due spose per un libro. Non so se s'era visto mai.
Quel che mi fa morire però è il suo linguaggio. Io lo studierei per imparare a vivere in quel modo là, come quello che scaturisce e sgorga dai suoi pensieri. Son convinto che se uno legge e rilegge e prova poi a pensare in quel modo la vita gli vada un po' meglio di prima. Son convinto.
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