Scritto da © luccardin - Gio, 16/06/2016 - 18:41
Il cipresso veglia il cammino del viandante
argina l’anima nei sentieri sterrati e polverosi dell’addio
strano è l’umano pensiero che non elemosina la vita
lui non conosce confini pianta trincee morali
per nascondere la sua notte
Sapesse almeno prendere per mano l’anima
ridurre le distanze dal credersi e dal credere
annullare la reciproca insofferenza
rubare il vento alle cime del cipresso
vestirsi di solennità nelle notti di luna piena
essere anche lui un cipresso
che vigila il risveglio dei morti
voi lumi di sepolcri angeli del tempo
piantati dall’eternità
nel colore celeste del cielo.
Il cipresso veglia il cammino del viandante
argina l’anima nei sentieri sterrati e polverosi dell’addio
strano è l’umano pensiero che non elemosina la vita
lui non conosce confini pianta trincee morali
per nascondere la sua notte
Sapesse almeno prendere per mano l’anima
ridurre le distanze dal credersi e dal credere
annullare la reciproca insofferenza
rubare il vento alle cime del cipresso
vestirsi di solennità nelle notti di luna piena
essere anche lui un cipresso
che vigila il risveglio dei morti
voi lumi di sepolcri angeli del tempo
piantati dall’eternità
nel colore celeste del cielo.
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