Scritto da © luccardin - Mer, 24/02/2016 - 01:11
Eravamo sassi, avanzi di un cielo consumato
muri di periferia, imbottiti di cocci di vetro
la nostra vita lasciata all’abbandono
al diniego di una dignità
strattonata dal potere che non aveva volto
uniti fino a disperderci
tra le molecole di una civile convivenza
Ora siamo relitti in fondo al mare
invecchiati pensionati in un mondo straniero
che non ricorda le sofferenze
il trapasso dell’età
con un diploma al merito di privilegiati
offerto dallo stesso potere
che proclama solo il suo io emerito e accademico
eravamo italiani siamo ancora italiani
senza volto, senza nome e senza piazze
muri di periferia che non hanno panchine
dissestati da voragini
sommersi da fiumi ribelli, improvvisati dalla natura
protesi a gonfiare buste profumate
di chi chiama aspettativa di vita
la nostra dignità umana
nella loro giusta causa di sopraffazione
rimuoverci dalla casse dello stato
per altre casse da seppellire.
muri di periferia, imbottiti di cocci di vetro
la nostra vita lasciata all’abbandono
al diniego di una dignità
strattonata dal potere che non aveva volto
uniti fino a disperderci
tra le molecole di una civile convivenza
Ora siamo relitti in fondo al mare
invecchiati pensionati in un mondo straniero
che non ricorda le sofferenze
il trapasso dell’età
con un diploma al merito di privilegiati
offerto dallo stesso potere
che proclama solo il suo io emerito e accademico
eravamo italiani siamo ancora italiani
senza volto, senza nome e senza piazze
muri di periferia che non hanno panchine
dissestati da voragini
sommersi da fiumi ribelli, improvvisati dalla natura
protesi a gonfiare buste profumate
di chi chiama aspettativa di vita
la nostra dignità umana
nella loro giusta causa di sopraffazione
rimuoverci dalla casse dello stato
per altre casse da seppellire.
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