C’è ancora il suo odore
sui cuscini di velluto
per terra
sul tappeto persiano.
Luce soffusa
e tende rosse lunghe
con quei pennacchi sfilettati.
Sulla parete l’arazzo di stoffa
gli ussari e le loro donne
nel laghetto con i cigni
con gli spadoni lucenti.
Guardo la porta intarsiata
i miei stivali adagiati
mentre il mio sigaro veleggia
su, verso il soffitto dalle travi di legno.
Lei è snella, flessuosa
come un giunco di palude
e si muove nelle mie mani
come modella di creta
e il suo odore m’invade
mi prende sul collo
come vampiro con la voglia di sangue.
Un disco per terra
accanto ad un fazzoletto da donna
lì dove il tappeto è piegato
dove rivedo i suoi piedi nudi
piccoli come quelli di una ballerina.
Il mio bicchiere trabocca
il ghiaccio si è sciolto
l’odore di lei è solo un ricordo
gli amori finiscono sempre
di notte.
- Blog di giuseppe diodati
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