A letter from Regina Coeli | Prosa e racconti | Franco Pucci | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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A letter from Regina Coeli

  “A letter from Regina Coeli for you, baby” Remix. (un tentativo fallito di una visita di cortesia a Guantanamo)
“A tocchi a tocchi la campana sona, li turchi sò arivati a la marina chi c’ha le scarpe rotte l’arrisola, le mie l’ho risolate stamatina…”
 
Sono triste, m’hanno rinchiuso a Regina Coeli con il bassotto. E’ venuto con me, non sono riusciti a staccarlo dal fondo dei pantaloni, s’era infoiato…gli saranno piaciute le banane? Così adesso sono qui, la visita a Guantanamo è andata in culo e non so quando uscirò, per cui il viaggio lo devo rimandare. Voi vedé che rimorchio? Ti ho spedito il mio cestino da viaggio e, mi raccomando, non mangiare troppo, se no ti abitui e, una volta strafogato tutto, mi entri in crisi di astinenza. Ti scriverò e ti manderò un po’ di mariagiovanna in polvere spacciandola per camomilla liofilizzata. Oggi mi cambio finalmente, se ‘sto stronzo di bassotto mi fa togliere i pantaloni, e mi metto il camicione fucsia che volevo regalarti, non mi hanno fatto neanche passare da casa per prendere un cambio…Sto perdendo la pazienza e se va avanti così mi inaspriranno la pena per crudeltà manifesta verso gli animali, ma cazzo, sto imbecille di cane mi ha scambiato per una cagnetta zoccola! Ho corrotto il secondino promettendogli una scatola di sigari Avana che tu avresti gentilmente procurato dal “supermercato interno di Guantanamo” tramite la lesbicona che è sicuramente ben introdotta nell’ambiente.
 
Dunque, dicevo l’ho corrotto, mi ha fornito carta e penna dopo che mi avevano sequestrato il mio amatissimo Nokia “Orietta Berti” con cui ti ho inviato l’ultimo esseemmeesse per avvisarti del contrattempo. Così non sono più partito e ora sono nel “gabbio” in compagnia del fottutissimo bassotto infoiato. Eh, sì tutto è nato da un equivoco tra me, il bassotto e tre banane che avevo comperato per te, visto che le arance erano marcite nella attesa alla stazione Termini di Roma. Dicevo, quel bastardo di cane mi aveva scambiato per una bassottina zoccola assai, così…non si più staccato dalla mia gamba, nonostante la mia offerta delle banane che ha gradito, eccome, ma non ha mai mollato la presa, nemmeno dopo l’arrivo della Polfer e il mio (e nostro) trasferimento a Regina Coeli in cella comune, giocoforza. Tu sai che io amo gli animali, specialmente i cani ( meno quelli imbecilli ed infoiati) non sopporto però i piccioni! Quello che ti avevo inviato con attaccato un messaggio alla zampetta, visto che il funzionamento di Internet è ormai “andato in mona”, come diresti tu, l’hanno trovato ubriaco fradicio a Venezia, sotto il Calatrava che stava convincendo una tortora a fare un giro con lui in gondola.
 
Sotto strettissimo ed incalzante interrogatorio ha confessato, dopo aver abbondantemente lordato gli uffici della questura, che si era scolato mezza bottiglia di Long John all’Harris Bar e aveva tentato di fare il bis da Florian, ma l’avevano buttato fuori a calci in culo. Così, tra cani imbecilli e piccioni alcolizzati, ho perso l’opportunità di venirti a trovare. Spero che tu riceva questa mia e che il fatto non scateni la gelosia della tua compagna di cella. Ora sto girando per la stanza (sic) che mi hanno assegnato, il bassotto pirla l’hanno portato via ancora attaccato ai miei pantaloni, così, non avendo avuto la possibilità di passare a casa per prendermi un cambio, vago contando i passi e indossando il camicione fucsia che avevo comprato per te. Ah, dimenticavo, con un invio ulteriore di sigari (che ho spudoratamente promesso al solito secondino) ho avuto una copia della foto segnaletica che mi hanno fatto in questura. Sono venuto un po’ diciamo così incarognito, ma tutto sommato non mi dispiaccio…tu che dici? Un castissimo bacio sulla guancia, se no la lesbicona si incazza. Scrivimi, mi sento solo. Franco.
 
 
 
 

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