Scritto da © Laura Lapietra - Mer, 06/03/2024 - 15:15
Sotto l’immensità
del firmamento stellato,
le mie iridi colme
di percezione
cinte dal desiderio
di apparire opache
come freddo marmo,
quando turbati,
nel profondo,
fissano disincantati
con occhi lacrimosi
quella sedia a dondolo,
ma vuota e in vista
nel bersò che una volta
allestiva gioie ed emozioni
a colorare giornate intere,
e che in tempi passati
ospitava una presenza,
quella presenza,
cara, molto amata!
Oh, in questa apparente
calma serale,
la mente si smarrisce
tra memorie e piaceri
mesti agli olezzi
d’altri tempi,
scrutando con autentica
malinconica la nostalgia,
nostalgia di quel vuoto
oramai incolmabile,
lasciato dall’assenza
di chi un tempo
camminava sereno
come amorevole padre
al mio orgoglioso fianco!
Questa presenza,
ormai soltanto presente
nei meandri dei miei sogni,
è ciò che desidero
ardentemente
poter abbracciare
ancora una volta,
ancora un’altra volta!
Ancora una volta
poter ascoltare
le onde della sua voce,
inebriarmi
della sua pioggia
di sana allegria,
restare in silenzio
ascoltata dalla sua pazienza.
E si fa strada
l’inevitabile domanda
del perché i più puri
e più buoni,
vanno via prima
che l’estate sfiorisca!
La placida rassegnazione
mi risponderà
che è il destino
di ogni fiore sulla terra,
ma la sua intensa fragranza
aleggia per sempre
nel cuore di chi
l’ha amato
senza dipartire mai
per davvero,
fin quando il suo ricordo
abita nel segreto profondo
dell’anima sensibile,
di chi l’ha amato
per davvero.
del firmamento stellato,
le mie iridi colme
di percezione
cinte dal desiderio
di apparire opache
come freddo marmo,
quando turbati,
nel profondo,
fissano disincantati
con occhi lacrimosi
quella sedia a dondolo,
ma vuota e in vista
nel bersò che una volta
allestiva gioie ed emozioni
a colorare giornate intere,
e che in tempi passati
ospitava una presenza,
quella presenza,
cara, molto amata!
Oh, in questa apparente
calma serale,
la mente si smarrisce
tra memorie e piaceri
mesti agli olezzi
d’altri tempi,
scrutando con autentica
malinconica la nostalgia,
nostalgia di quel vuoto
oramai incolmabile,
lasciato dall’assenza
di chi un tempo
camminava sereno
come amorevole padre
al mio orgoglioso fianco!
Questa presenza,
ormai soltanto presente
nei meandri dei miei sogni,
è ciò che desidero
ardentemente
poter abbracciare
ancora una volta,
ancora un’altra volta!
Ancora una volta
poter ascoltare
le onde della sua voce,
inebriarmi
della sua pioggia
di sana allegria,
restare in silenzio
ascoltata dalla sua pazienza.
E si fa strada
l’inevitabile domanda
del perché i più puri
e più buoni,
vanno via prima
che l’estate sfiorisca!
La placida rassegnazione
mi risponderà
che è il destino
di ogni fiore sulla terra,
ma la sua intensa fragranza
aleggia per sempre
nel cuore di chi
l’ha amato
senza dipartire mai
per davvero,
fin quando il suo ricordo
abita nel segreto profondo
dell’anima sensibile,
di chi l’ha amato
per davvero.
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