Scritto da © Gino Soloperte - Mer, 06/06/2012 - 16:13
L’attesa
Non so aspettare, ma posso e devo farlo.
Quando sarà il momento, io devo esserci, se poi non trovassi chi ho aspettato allora terro conto, come se fossero là (dove sarò io) o sulla strada che li porta a me. Lì accanto a me dove li abbraccero con gli occhi e la mente scorrendo tutte, una ad una, non solo le parole già dette, ma anche quelle solo pensate.
Tu, loro, tutti insieme, che siete passati e che andate o venite per allontanarvi o restare, che importa io spero solo di ricordarmi di voi tutti, come siete stati o come vi ho letti.
Che importa spogliarvi o rivestirsi degli abiti che avete indossato, a che pro.. perchè solo quelli che vi ho cuciti addosso io sono veri per me. Con solo quelli, io vi porterò con me.
Perchè sono belli, intonati alla immagine che vi ho cucito addosso, oltre che al mio gusto.
Non ci sono stagioni, non ci sono ore, il calendario è caduto, i mesi sono sparsi a ventaglio per terra. L’orologio ha perso le lancette ed il suo tic e tac, s’accorda al ritmo del mio cuore, non al tuo, non al suo, non al vostro.
Come l’orologiaio cieco, riconosco il vostro procedere dalla cadenza del mio cuore.
Quando il silenzio sarà il mio stato, voi procederete ugualmente e solo alle vostre ore vi ricorderete che io ci sono stato. Io vi sono sempre accanto, se solo lo vorrete, per sorreggerVi, come l’ombra sul marciapiedi di una strada dai lampioni a petrolio.
Ciao, Soloperte
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