Avanza imperterrita; ogni tanto si gira per vedere se qualcuno la segue; si sofferma ad ascoltare i rumori per discernerne la provenienza.
La vedo cadere affranta tra i rovi; per poi rialzarsi, come un animale braccato a leccarsi le ferite.
Si ciba del suo stesso sangue; con la lingua ne coglie l'amaro gusto della sconfitta; si morde le labbra per trattenere il nodo che le si è formato in gola.
Un rivolo di sangue le scende al lato dalla bocca,se lo asciuga con il dorso della mano.
Ancora una volta, con la lingua inumidita, ne cancella l'impronta lasciata.
Tutto ritorna in lei:il bene e il male alternandosi in un girotondo di emozioni,contrastanti tra loro. Alza fiera la testa,si guarda intorno decisa e muove il passo lentamente verso la strada; ancora ignara della destinazione da seguire.
Sulle spalle si porta il fardello del sentiero percorso,negli occhi la luce della fiammella mai spenta. Lei sa bene cos'è che alimenta quella fiaccola; apre la mano, la guarda... ora sembra vuota: ma quella piccola mano ha catturato la fiamma dell'amore.
Se la porta al petto, e la vede sollevarsi al ritmo dei suoi battiti.
China la testa per accettarsi che ancora lì ,nel suo piccolo cuore,il sentimento custodito: abbia ancora l'antico splendore.
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