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L'Arte dei bambini

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 “Mi ci vollero quattro anni per dipingere come Raffaello, mi ci volle una vita per dipingere come un bambino."
Pablo Picasso

Se un bambino non riesce o non vuole disegnare nessuno se ne cura,  a che serve disegnare dipingere o modellare? Spesso questa è la risposta degli adulti e quel che peggio di molti educatori che non insegnano arte. Se un bambino non riesce a leggere o a scrivere, tutti  cominciano a preoccuparsi a tal punto da tirare in ballo persino   psicologi e  analisti  famigliari alla ricerca di  eventuali disfunzioni.In realtà esistono validissimi motivi per cui è auspicabile che un bambino disegni e si esprima artisticamente.  I bambini sono essenzialmente visivi, il loro apprendimento procede per immagini e per giunta sono sempre pieni di emozioni difficili da contenere e da comprendere.
L’arte stimola l’equilibrio dei due emisferi cerebrali.
L’arte promuove autostima, incoraggia a prestare maggiore attenzione a quanto ci sta attorno, richiede costantemente una buona coordinazione visuale e gestuale.
L’arte promuove la percezione, insegna ai bambini l’apertura mentale, che i problemi possono avere diverse soluzioni e che i conflitti possono essere risolti in modo creativo.
L’arte nutre l’anima e fornisce un terreno comune che oltrepassa gli stereotipi razziali, sociali, di età e sesso .
L’arte è uno di quei pochi spazi in cui un essere umano può essere libero.

Matisse sosteneva: "La creazione comincia dalla visione, L'artista deve guardare ad ogni cosa come se la vedesse per la prima volta, proprio come un bambino" e gli occhi di un bambino sono sempre pieni di stupore e sentimento. Per questo le loro opere sono spesso  piene di vitalità. Al contrario di quanto accade nel mondo adulto dove la forza dei sentimenti viene costantemente annacquata da istanze di illusione di controllo, bisogno di potere, perfezione superiorità,  a tal punto che oggi persino molti  bambini oggi non sembrano più bambini ma robottini seriali.
 
Alcuni hanno accusato Picasso di aver trovato un escamotage per coprire i suoi difetti di tecnica,  che il valore attribuito alla forza creativa è stata una comoda menzogna.   Una grave accusa che proprio un artista come Picasso  non merita  dal momento che la tecnica era in grado di padroneggiarla  sinda giovanissimo.  E’ difficile per molti comprendere e credere che qunto per lui contassero  la forza della visione, lo stupore di una emozione di prima mano piuttosto che la minestra riscaldata e rassicurante di chi non osa intraprendere strade meno battute.

Picasso  ha privilegiato la forza della creazione rivelandosi grande maestro di coraggio.e di innocenza e le sue parole non sono una sottovalutazione del valore della tecnica, bensi  una grande considerazione del potere delle emozioni. Lui cercò tutto ciò con grande coerenza ed intensità.  “ Mi ci vollero quattro anni per dipingere come Raffaello, mi ci volle una vita per dipingere come un bambino." Non rappresentano una svalutazione della tecnica, ma una ricerca di semplicità.  Costantin Brancusi diceva “Vi sono due tipi di semplicità: una è sorella dell’ignoranza e l’altra dell’intelligenza. Guardare e vedere non sono la stessa cosa,i bambini ci danno spesso l'impressione e la prova che i loro occhi e persino la loro arte veda molte più cose e soprattutto con maggiore sincerità di quanto gli adulti spesso siano capaci di fare e lo fanno con la massima semplicità e naturalezza..
 
La crisi che investe il nostro pianeta, non ha fatto sconti neanche al mondo dell'arte, la quale è  sempre più devitalizzata, anemica,  e asfittica; in questo senso il messaggio di Picasso è quanto mai attuale.  I bambini hanno molto da insegnarci, non si cimentano in elucubrazioni mentali, vanno di getto, sono generosi e dopo strappano il foglio, ci piangono su ma dopo un po' ritornano a sorridere , a giocare a bramare nuovamente la vita.

Per me il valore dell’arte consiste nel suo essere a servizio della vita , della pienezza dell'essere. Deve essere vibrante, pulsante donare sentimento e stimolare sentimento. Gli adulti credono spesso  di essere superiori ai bambini, non riconoscono loro una identità un valore unico da rispettare e spessissimo  trascurano o disprezzano e   la loro visione. L'arte dei bambini  spesso   bloccata e stravolta e sottovalutata  in quanto considerati creature imperfette e pertanto destinati ad essere sottomessi alla visione e al volere degli adulti. che hanno imparato bene a muoversi negli schemi sociali e culturali.

Certo anche questo processo di adattamento ha un valore, ma bisogna vedere che il prezzo da pagare è una spesso irrimediabile perdità della piena funzione pulsionale.
L'educazione, compreso quella artistica mira all'omologazione delle menti, piuttosto che alla conoscenza dell'individuo e così lentamente ci siamo avvicinati ad uno stato dove le grandi idee sono divenute noiose astratte cerebrali dissanguate. Troppo malati di ideologia e troppo legati ad un principio di perfezione che giorno dopo giorno si è separato dalla vita e dalla natura si è divenuti fondamentalmente incapaci di produrre qualcosa che sia fine solo a se stesso,che si nutra di se e del suo intrinseco rapporto con la realtà a prescindere da una qualsivoglia corrispondenza univoca decisa dalle convenzioni del linguaggio, compreso quello artistico.
 
Vogliamo chiamarlo creatività o inventiva? poco importa la sostanza è che il bambino è capace per un certo periodo di tempo di esperire pensare e dire il mondo al di fuori di ogni schema prestabilito, che dà voce – una voce limpida e vergine - alla corrispondenza tra la sua anima e l’anima delle cose, corrispondenza necessariamente unica, individuale, che segna la peculiarità del soggetto. Certo la maestria, la capacità di controllare i propri mezzi espressivi sono un indiscutibile punto a favore dell’artista ma se l’uomo e nello specifico l’artista non ritrova la capacità di immediatezza e di sincerità che non significa regredire ad uno stato infantile, tutt’altro, ma dare vita a quella zona franca dentro di lui dove risiede l’intima espressione del suo essere scevro dai condizionamenti e dagli schemi delle convenzioni introiettate, sarà molto difficile che possa riprendersi da questo stato di superficialità e di coma, e Pablo Picasso per me è un esempio esmplare di questo processo
 
Affondare Picasso sulla base di una sua presunta carenza tecnica, è quanto di più inveritiero possa esistere , basta guardare quello che già produceva da ragazzino: Affondarlo sulla base di una sua presunta nevrosi, è ancora più vano dal momento che come diceva Herbert Lawrence, tutti gli artisti riversano i loro problemi nelle loro opere, è prorpioi proprio per questo motivo che l'arte è terapeutica.
 
Se c'è un valore nella genialità di un artista, questa per me deve essere al servizio della vita e della sua pienezza, in quanto la vita e la sua qulaità sono il bene più grande che possa esistere, da questo punto di vista considero Picasso un grande artista oltre che un genio, la sua genialità è consistita nel sapersi costantemente reinventare, proponendo continuamente una fresca ed innovativa visione, mai derivativa a differenza di molti suoi contemporanei, e tuttavia profonda e sofisticata capace di rapportarsi in modo unico ed originale con grandi temi della vita. Dunque un artista tutt'altro che superficiale o impreparato.
 

 
 

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