Gabriele è il migliore dei cugini, figlio di una sorella di mia mamma; risiede in quel di Vercelli; ci vediamo solo due volte l'anno.
Gabriele, nei panni dell'apache, mi parlava... Io, la piccola indiana, lo ascoltavo e gli dicevo: "Come si fa per diventar fratelli?" Mi rispondeva: "Dolce fior di luna, è necessario unire il proprio sangue con quello dell'amico prescelto; se lo sentiamo scorrere nelle vene, siamo fratelli." Io gli dicevo: "Ho appreso alcune storie di principi ed eroi... Questa non la sapevo; mi attrae molto quello che racconti... Ma, ti confesso, che più ad un fratello, penso ad una sorellina... La mamma mi ha promesso che mi compra al circo, una negretta, buona e bella, diversa, dalle altre, pure belle di pelle chiara, simile alla mia." Gabriellino, nei panni dell'apache, mi rispose: "Cugina, le sorelle sono tutte le stelle che guardano dal ciel."
Capii, che tu Gabriele, eri diverso: non mi prendevi in giro; c'era nella tua voce un che di intenso, come di inguaribile romantico.
* * Da: "Uno smeraldo tra l'azzurro".
- Blog di Giuseppina Iannello
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