Scritto da © ferdigiordano - Ven, 04/05/2012 - 15:55
Osservo una rosa. La rosa è ovunque
con il suo armamentario di miracolo urbano.
Non sa che dirmi, e non parla; in genere
osserva dove cade il piombo della parola,
ascolta l’accento, innesca la virgola.
La cantina del calice stiva il senso
retto dal portamento: è una rosa,
che le importa saperlo? L’avrei colta,
senza che provasse alcuna felicità
per gli aggettivi di ruolo.
Mi trattiene la spina: ride
di tutte le contumelie che suscita.
Stupisce quella rosa non rosa; ha velluto
porpora che inebria il verde inesatto, lo umilia.
Avanza di vena in vena, la rosa, sangue
di giardino, una grazia della madonna.
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