Entrò nel bar alle sette in punto, i pensieri erano più numerosi degli avventori.
E' quasi l'ora di cena, pensò sedendosi sullo sgabello e appoggiando il pesante fascicolo sul banco.
-Ciao Walter, cosa ti do?-
-Ciao Franco, dammi una birra-
-Assaggia questi salatini, sono leggermente piccanti, ottimi con la birra- disse il barista, nonché proprietario del locale, servendogli una bionda fresca e schiumosa.
-Ah, grazie....forse dopo-
-Cos'è quella montagna di carta, hai portato qua il tuo lavoro?-
-Più o meno- gli disse mentre giocherellava con i fogli, come fossero un mazzo di carte.
-E' il mio romanzo....sai, te ne ho parlato...penso-
-Ah! si.. bello grosso però-
-Già- disse Walter con aria leggermente affranta, mentre lentamente si godeva la bionda.
-C'è qualcosa che non va?- chiese Franco che in quel momento era disoccupato, quindi desideroso di portare conforto, ma non prima di aver rovistato nella vita altrui.- Puoi dirmi tutto, lo sai, eh!-
-No no, tutto bene...anzi, l'editore ha deciso di pubblicare la mia montagna di carta-
-Bé, allora c'è da festeggiare, non da fare il muso!-
-Il problema- disse Walter, dopo aver prosciugato il boccale, è che io scrivo per passione, non per mestiere-
-E allora!?- il mercante che dormicchiava dentro Franco, si risvegliò di botto -Che sarà mai?-
-Intanto scrivere, scrivi e qui ci sta la base, se poi tiri su la moneta, che male c'è?-
Il tintinnio degli zecchini cominciava a suonare dolci melodie, nelle orecchie del barista.
-Vedi, il fatto è che, una volta firmato il contratto, sei vincolato da tempi e modi che decidono loro, non hai più l'ispirazione libera, capisci? Mi hanno già detto che fra sei mesi, dovrò consegnare un altro lavoro che sarà pubblicato nella collana Pocket-
-E allora?- disse Franco mentre strofinava il banco.
-E allora, ho impiegato due anni per scrivere il mio primo romanzo e le idee non si comprano al supermercato, lo sai?-
-Senti, non ho una grande cultura, ma qualcosa l'ho letta anch'io. So, per esempio, che Dostoevskij scrisse “Il giocatore” in un solo mese!-
-Si, è vero, ma solo per tener fede agli impegni presi col suo editore, oltre che per risarcire i debiti di gioco. Ma poi, vorrai mica paragonare un onesto imbianchino, quale sono io, con un fine pennellatore di pensieri , qual'era il russo!?-
-Ma tu non lavori in fabbrica?- disse Franco, mentre con un cenno del capo salutava due clienti che abbandonavano il locale.
-Va bé, lascia stare- disse Walter con aria annoiata -tu e la tua ironia da bancarella-
-Poi sai cos'altro c'è- proseguì il neo scrittore -il fatto più grave è che questo romanzo, alla fine, sarà la metà di quello che vedi qua-
-E perché mai?-
-Perché loro tagliano, modificano, ricuciono ed alla fine hai un figlio che non conosci più. No, non ci sto, il mio posto in fabbrica non lo scambio con un'illusione-
-E cosa fai, abbandoni il sogno della tua vita!?-
-No, farò di meglio- disse Walter dirigendosi verso l'uscita -lo condividerò con tutta la città-
Ed appena fuori dal locale, affidò alla brezza serale il suo lavoro, foglio per foglio, parole ormai di tutti.
FINE
L'uomo seduto alla scrivania, aveva lo sguardo fisso sulla persona che gli stava di fronte, la bocca atteggiata ad un mezzo sorriso di compiacimento, i polpastrelli a ripetere un motivetto tra il telefono e la tastiera del computer.
-Allora Signor C., posso darle del tu?, sa mi riesce meglio spiegarmi- diceva l'uomo, mentre il Signor C. acconsentiva con un cenno del capo – bene, allora tanto per essere chiari, dirò subito che il tuo lavoro mi piace e l'epilogo che ho appena letto, non fa altro che confermare la buona impressione avuta fin dalle battute iniziali del romanzo-
L'uomo, dal cognome a lettera singola, non si scompose.
-La seconda cosa che ti dico è....che pubblicherò il tuo lavoro......com'è il titolo?-
C. indicò con l'indice sinistro, l'apice del foglio.
-Ah si, hai messo il titolo su ogni pagina.....bene, vediamo....”LA FUGACE CARRIERA DI UNO SCRITTORE”, ok, ne troveremo uno più adatto.....sai, il marketing-
E dopo una breve sogghignata, prese il telefono ed iniziò ad impartire direttive.
-Giorgio, allora ho qui il lavoro del Signor C., lo mettiamo fra le opere da pubblicare.....si si, va riveduto e corretto....certo...tagliare, ricucire, eliminare il superfluo.....Ah! Il titolo.....trovane uno d'effetto...si si, ho anche la versione in PDF, ma sai come son fatto, all'antica no?
-Bene Signor C.- disse chiudendo la comunicazione -son sicuro che il tuo primo romanzo avrà un discreto successo ed è per questo che devi iniziare a scrivere qualcos'altro al più presto, intesi?
-Perfetto......adesso vogliamo mettere due firmette sul contratto?-
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