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La fuga

Fragola disseta assai il mio gargarozzo, cavolo. Il ritardo fu visto di malocchio dal caposcorta della vettura 206
L’infiltrato aveva raccontato di un possibile incontro che sarebbe scaduto al momento che si era deciso d’andare in azione.
Presi la magnum quel giorno ed una smith wesson che non tradiva mai, mi sentivo protetto e pronto all’azione.
Sbarcammo alle 19 nel locale di Blanca, con sottomano tre sacche con 600.000 $ un bel po di jeans e l'armamentario. Lei se ne stava seduta in mezzo ai tavoli del bar, aspettando di smerciare una partita di eroina a Franco detto "Cicciuzzo l'italiano" al porto come d’accordo preso la sera stessa. Non ci poteva essere concomitanza di intenti migliore, per noi abituati a cambiare le carte in tavola, prendendo di fatto il gioco per le mani per farlo nostro.
In tavola vigeva il silenzio più assoluto, Blanca continuava a fare il suo solitario muovendosi piano con calma, poi alzò la testa ed un tenero sorriso apparì sulle sue labbra, all’unisono una ventina di portuali che stavano in disparte ci fronteggiarono armati di pistole e bastoni, chiusa la serranda del locale minacciarono subito di tagliarci la gola se non dicevamo chi eravamo e perchè eravamo lì.
Una stretta di culo prese tutti noi alla sprovvista ignari di come le cose si stavano mettendo male, il nostro aspetto, non era dei migliori, qui urgeva mettersi in mostra.
Ci accordammo un secondo e poi partimmo decisi a dire che eravamo venditori ambulanti, avevamo un sacco di jeans da vendere con noi e con larghi gesti di mano e altisonanza, cominciammo a farli vedere agli uomini di Blanca cercando di convincerli che non avevamo cattive intenzioni ed eravamo arrivati in quel paf solo per cercare di fare quattro soldi.
Per fortuna la tensione si sciolse ed alla fine eravamo tutti intenti a farfalleggiare jeans e qualche maglione.
Questo cambiò d’un sol colpo le carte in tavola, e mise tutti di buon umore, in poco tempo avevamo già barattato una quarantina di pantaloni, soddisfatti presentammo il conto a Blanca come ci aveva appena detto di fare, di tutta risposta, sfilò da sotto le ascelle due piastre di marocchino che saranno stati tre etti l'una di quello buono, prendete questo disse. Ci guardammo in faccia compiaciuti, non stavamo più nella pelle, Gabriele stupefatto continuava a incendiare l’aria con roboanti muchas gracias, senora Blanca; Il destino crudele aveva avverato che quella contrabbandiera della Blanca avesse appena derubato di trecento kg un corriere della banda dei Caballo, e con una piccola parte del ricavato avesse appena pagato i suoi uomini con dei regali, oltre che con un po di hashish e un mucchietto di pesetas fruscianti.
Un'occasione così non ci sarebbe capitata due volte, eravamo solo noi 4 non ci avrebbero messo tanto prima di spaccarci la faccia e buttarci con un sasso al collo giù nella baia, ne avevamo ormai piene le scatole e senza scomporci nei nostri ruoli ammiccavamo continuamente a Blanca per non renderla nervosa. Tra di noi uno sguardo d'intesa ed una domanda... "Allora ragazzi si và.." e per risposta un "ci stiamo tutti, siamo pronti". Infilammo il fumo nelle tre sacche con gli altri abiti rimasti, i dollari e tutti i gioiellini automatici ed a tamburo, alzata la serranda da un portuale di due metri per due, uscimmo e ci volatilizzammo verso il porto facendo perdere le nostre tracce.
 
Quella banda di debosciati sparì poi nel nulla, li cercarono dappertutto le squadre speciali della polizia. Si dice che non abbiano fatto una bella fine al loro arrivo a Tarifa, si dicono cose strane su fatti macabri che successero su una spiaggia contro una banda di gitani, ma qualcuno sostiene che siano ancora vivi, di quà e di là del Messico andando sempre sulla rotta di Tijuana, e non facendosi mai incrociare nelle città, c'è chi dice che siano ricchi sfondati e che .. avessero voluto farla finita con quella vita di rischiosa follia, per pochi soldi, sempre sul filo del rasoio, con la morte sempre alle calcagna, la muerte violenta,  e va bene meglio così si dirà alla fine.
 

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