Il suono riempì d’improvviso lo scompartimento. Un telefono cellulare rivelava la sua particolare presenza. Tutti volsero la loro attenzione all’uomo, che stava tastando la tasca interna della sua giacca grigia.
- Pronto! ...eccomi quì, maggiore ...attenda un momento.
...disse, alzandosi per uscire nel corridoio.
Fuori non c’era nessuno. Chiuse dietro di sé lo sportello e si spostò verso il piccolo locale sanitario rinchiudendosi dentro.
- Ascolti bene, signor Esposito.
...fu l’esordio del maggiore dei carabinieri Labruna, in linea con lui.
- Dica pure, maggiore.
- Si è appartato come gli è stato indicato?..
- L’ho subito fatto, maggiore.
- Bene, ascolti con attenzione.
1) La situazione era allarmante. I servizi segreti del Ministero di Giustizia avevano intercettato più d’un messaggio relazionato al suo caso, e avevano ormai chiara più d’un’ipotesi delittiva.
2) Da ribadire c’era il fatto che la sua testarda volontà d’accorrere a dare l’ultimo saluto alla madre morta, era stata accettata con severa riserva dai giudici istruttori. Di vitale importanza essendo la sua presenza in qualità di testimone-chiave alla ripresa del maxi-processo.
3) La residenza segreta della signora era stata scoperta recentemente, attraverso un reperto medico maldestramente sollecitato ad una clinica di Palermo. L’organizzazione aveva preferito attendere che fosse il pentito a tradirsi, poco importando una vendetta sulla donna. L’occasione era il decesso avvenuto ieri.
4) La contromossa era spostare la salma della signora in un luogo impensabile, e lasciar credere agli assassini che il pentito fosse diretto alla camera ardente del cimitero di Trebbo di Reno. La effettiva presenza a Trebbo della sorella li avrebbe tratti in inganno.
- Non dovrà pertanto scendere a Bologna, ma proseguire il suo viaggio verso Milano, restando in attesa d’ulteriori nostre disposizioni. Per il momento è tutto.
...concluse il maggiore.
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