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Contrappasso

 
Me ne stavo immerso tra un mare di foglie, intento a godermi il tutto. All'improvviso, lo vedo, fa brutto, colto dall'autunno, prendo , mi alzo e me ne vado...dopo poco vedo marcire ciò che rimane, vedo le larve infette prender parte al banchetto di ciò che era la mia anima, vedo, la morte... un sobbalzo e sono dentro, vi cado dentro , di nuovo. È rimasta cenere, schifo e poco altro, mi sono corrotto...cerco di divincolarmi, non voglio guardare, non mi lascia stare… l'ossessione del mio stesso essere, mutato in mostro informe, mi guarda e mi sorride tagliente, non mi resta che pregare... dopo ore di agonia mi risveglio, nel mio letto. Sul mio corpo , resti di ustioni pulsano e mi fanno male, mi guardo allo specchio, il mio volto... rami escono dai miei occhi , sono un albero, l'albero della perdizione e del peccato mi esce da ogni orifizio, dalle orecchie piano, dal naso ed anche dal culo… mi trapassano rami e rami, finisco come un immenso arbusto, condannato ad aspettare, fino alla prossima primavera...
after
Giaccio immobile, ora, solo il vento mi fa compagnia, vedo uccelli passare, qualcuno mi scagazza addosso, qualcuno si ferma e scopa su quello che una volta era un mio braccio. Intorno, il cielo, le pareti, tutto un fuoco viola, tutto un turbinio di forze e spiriti, dove sono ? Perso in questo posto, non capisco , non ne esco... vedo, da lontano, un tizio, si avvicina… in mano, una motosega, la sua barba lunga, i suoi occhi vitrei e pieni di crudeltà, morbosi, mi guarda fisso, scava le cavità dei miei occhi fino a ridurle in tocchi, i miei bulbi, precipitano in quel fuoco, sento bruciare… inizio a vomitare da un buco fatto da un picchio che mi aveva causato punture simili a spilli, costanti ed inarrestabili, fino a condurmi alla follia...l'uomo non smette, riduce a pezzi ogni mio arto, mi taglia a fette il bacino , sono uno scheletro fatto di anelli che erano i miei anni. Ora sono polvere, segatura, ora, sono cenere, di nuovo... finirò a fare un mucchio sul letame, sarò merda per i campi, me lo sento. All'improvviso, tira più forte il vento, spinge deciso, inizio a librarmi in volo, sono polvere di stelle ora, tra le stelle, mi illumino d'immenso nella luce della prima sera, cado, finisco per cadere e sono cibo per le cavallette. Ora, dopo tutte 'ste visione insane, mi cagano marcio e mollo e ciò che resta di me è cibo per i vermi ad alimentare un altro albero, un altro albero, un altro albero… finchè, come linfa salirò anelli e corteccia, spunterò in un fiore, cazzo, tornerò a seminare polline grazie ad api compiacenti, sarò ancora uomo in una distorta catena fatta di credenze e reincarnazione ed avrò ancora una possibilità, una sola, prima che la mia anima si infetti ancora...
 

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