Scritto da © Giuseppina Iannello - Dom, 12/02/2012 - 14:54
Laß mein Aug den Abschied sagen,
Den mein Mund nicht nehmen kann!
Schwer, wie schwer ist er zu tragen!
Und ich bin doch sonst ein Mann.
Traurig wird in dieser Stunde
Selbst der Liebe süßtes Pfand
Kalt der Kuß von deinem Munde
Matt der Druck von deiner Hand.
Sonst ein leicht gestohlen Mäulchen,
O wie hat es mich entzückt!
So erfreuet uns ein Veilchen
Das man früh im März gepflückt.
Doch ich pflücke nie ein Kränzchen,
Keine Rose mehr für dich.
Frühling ist es, liebes Fränzchen,
Aber leider Herbst für mich!
Libera traduzione
Siano i miei occhi deboli, e lontani,
Mio dolce Amore, fermi al quel richiamo...
Non sia mai più, che per intrattenerti,
Dica le frasi, eternamente belle,
Ma così sciocche...
Non sia mai più...
Che a Te io mi inginocchi;
Sento la bocca gelida, ed i baci.
Ricorderò quel grigio... nell'attesa
Poi... quella stretta...
Solamente, volta
A dirmi con amore, che immaginare
È fatuo
Non serve più che ti palesi il pianto
Per dirti ancora, quello che farò.
Andrò...
Andrò col vento freddo di gennaio,
Ove posò per il primo abbandono,
La rosa bianca e la tenera viola.
Raccoglierò la rosa, per porla
Sul suo Cuore.
E presago del volo...
L'esangue viola, che si beò
Del sole,
Dei primi baci.
Per Te che mi hai deriso,
Non avrò più ghirlande.
Addio, Fränzchen.
* * *
Sono messi a confronto due sentimenti: quello compassionevole di Fränzchen e il puro amore di Annette che si beò dei primi baci, al tepore del primo sole.
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