Scritto da © francesco ballero - Dom, 04/07/2010 - 13:11
Sì, io vivo da solo
e sono padrone di tutto
quando chiudo la porta;
i fiori sul terrazzo,
un disco di Chopin,
le poesie di Quasimodo
e opere scelte di Eliot,
poi Calvino, Gogol o Marcel Proust,
molta poca tivvù
quando gioca l'Italia
o magari danno un film di Clint Eastwood,
birra fresca di frigo,
niente "ingrassa", "ti gonfia", "fa male";
mai nessuno che mi dice che fare;
aspirapolvere, ferro da stiro,
la lavatrice o il bucato a mano,
lavo le pentole quando mi pare.
Mille e una distrazioni
tra camera e cucina
come favole di Sherazade
per rinviare la morte;
l'orologio, il telefono,
il ritratto del nonno,
un pensiero che corre
ed inseguo fermandomi.
Ma quando apro la porta
sento sempre un brusio,
passi molto leggeri,
e mi sento mancare.
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