Non invidio le distese di posti lontani
quasi irraggiungibili
mi accorgo anche se siedo
in perfetta stasi
di assonanti perfezioni
e sono già altrove
a sfiorare e punteggiare
manti perlacei colorati
di petali curiosi
nel cogliere la luce
che come febbre avanza
si fa lenta nell'altrove
a misura di cieli immensi
e nuvole sparse.
La rametta di erba secca
cerca ingannevole
di sradicare l'incanto,
ma una gemma dischiude,
è li a testimoniare
che rinnovata scia nuziale
di fiori e spermi di fragranze
si trasforma in aberi trafitti
dalla corteccia del tempo
una scorza di cinta
che dura riprende e ruba
vento di giovani fiati
feriti e maltrattati.
Ma il mio viaggio
mi salva dal volgersi
scritto dei giorni posti a
distrazioni di un' eternità
spesso dimenticata
alla quale partecipo
senza nome e senza corpo
per abbracciare da quassù
le chiome i rami le foglie
tutto nel suo piu minuta forma
e di già mi accorgo
che il cielo visto da quassù
con al testa in giù
stasera mi custodisce
col verde del suo prato immenso...
...poi ecco!D' improvviso cade
furtiva una goccia di rugiada
il cui specchio e riflesso cristallino
mi riporta nell' azzurro di prima
quando non ero ancora fuori
ma ancora persa dentro
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