Scritto da © Maria34 - Mar, 21/02/2012 - 11:21
Riflessioni dopo un recupero
. Malconci , abbandonati e piuttosto tristi, relegati in garage giacevano i due comodini da notte della camera da letto di mamma e papà. Uno di essi, da me sottoposto ad un paziente lavoro di decapato provenzale, si è trasformato in un piccolo gioiello del quale vado molto orgogliosa. Ora si trova trionfalmente accanto al mio letto ed ogni sera ,guardandolo, toccandolo, aprendo il cassetto o l’antina sottostante, rivolgo un pensiero ai mie genitori, li saluto e auguro loro la buona notte .
Il comodino, è stato il silenzioso testimone di una vita coniugale di altri tempi, di pudiche tenerezze di due giovani sposi , di gioia,di risate,anche di qualche lacrima, di riappacificazioni dopo una discussione, di progetti per il futuro, di ansie e preoccupazioni, ha vissuto una guerra e subito parecchi traslochi.
Il comodino ha assistito alla nascita prima di mia sorella e poi mia, dall’inizio alla fine, era presente quando mamma partoriva e papà inquieto e affannato sperava di avere un maschietto e che poi si illuminava nel vedere quel fagottino rosa, si accertava che mamma e bimba fossero in buona salute e del maschietto non gli importava più niente.
Il comodino ha visto la sofferenza di papà quando fu colpito da una malattia che negli anni settanta non dava scampo, la faticosa dedizione che la mamma ininterrottamente esercitava nel curarlo, la disperazione che insieme a lei attanagliava mia sorella e me, consapevoli della nostra impotenza di fronte al male di un uomo di sessantadue anni che non voleva morire, ha seguito tutta la sua tragedia sino al giorno in cui ci ha lasciati. Dopo sedici anni vide anche la fine della mia mamma, dopo aver assistito alle sue sofferenze ed al mio mai acquietato dolore.
Il comodino adesso è li, con la sua bellezza ritrovata, con la sua linea barocca, ed è diventato il Mio Testimone.
Anna Chiappero
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