Scritto da © Gino Soloperte - Lun, 02/05/2011 - 15:36
Il silenzio è mitezza, misericordia, pazienza, umiltà, fede, adorazione.
È scritto “JESUS autem tacebat” ma Gesù taceva .. (Marco 13,61)
Quante parole vane adornano la nostra presenza e c’inabissano nell’oscuro e muto soliloquio, non cercare altre parole ma quando la senti arrivare vivila. Non scriverla per ricordarla ma falla tua, come tu puoi.
Allora subito e tutta, senz’alcuna riserva, non pensare a quanto non è stato o ti è mancato perché perdi parte di quello presente e parte di quello futuro, che invano potresti recuperare ………….
Alla fine della vita ti puoi anche accorgere di non avere mai fatto nulla di quello che avresti voluto fare o per paura di sbagliare oppure per difficoltà oggettive e/o di non aver mai raggiunto l’obbiettivo sognato.
Ma hai veramente perseguito l’obbiettivo? sempre e con ogni mezzo?
I contrasti erano veramente insormontabili? oppure erano solo difficili o semplicemente hai ritenuto incerto il loro raggiungimento e quindi hai desistito, cambiando obbiettivo?
Alla fine della vita riesci ad accettare anche la morte, solo perché tu sai che è inevitabile, sai anche che è l’ultima occasione per poter fare l’unica cosa che, solo tu, puoi fare senza la paura di poter sbagliare.
Nella vita bisognerebbe potersi sentire liberi, poter fare tutto quello che si vuole, sentire, finalmente. di essere liberi di poterlo fare. Sino ad allora ci sono solo ostacoli, imposti ma superabili, idealmente e fisicamente. Li definisco conquiste e gli ultimi, il prezzo per il raggiungimento dell’obbiettivo.
Per questo bisogna avere una meta, quindi scegliere una direzione ed avere la forza di destreggiarsi tra le difficoltà che è naturale che ci siano. Resistere quindi alle varie e diverse “opportunità” offerte o impostici, quindi, mai perdere di vista la meta scelta e prefissata.
Il silenzio ricercato nella natura coi suoi silenzi ed il suo respiro, è l’ambiente in cui ritrovi te stesso, permettono in parte di resettare il “sistema nervoso” (oppure l’anima), intasato e deformato dall’ambiente circostante, sempre estraneo ed invasivo. Il silenzio consente di riformattare il tuo sistema riportandolo all’origine naturale. Allora al mare, in montagna, nella giungla o semplicemente nella campagna, ma il più possibile lontano da “inquinamento umano” cerca il silenzio.
Dal concepimento, poi durante la gestazione, sebbene filtrati ed ovattati, siamo stati in parte costretti a subire imposizioni e non ultimo, il DNA, gene d’origine, creato nell’EDEN, per i cristiani cattolici, oppure, il silenzio siderale prima del bing bang, per gli agnostici, ciò che sia o cosa ha preceduto la creazione e la successiva catena di eventi distruttivi e riformativi, hanno fatto si che si determinasse e ne conseguisse l’ESSERE attuale. Da qui, gene dopo gene, paure e timori che indotti e trasmessi, l’essere unici, simili forse, ma mai eguali.
Da qui allora amore/ paura, attrazione /timore per il genere animale e per tutti gli eventi, ordinari, indotti e senz’altro, per quelli straordinari, naturali o provocati, dai quali poi si rifugge ed ai quali ci si abitua.
Non scambiamo quindi il silenzio con la solitudine, giacché da quest’ultima sono nati e nascono tutti i malanni dell’Uomo.
Termino questa pagina con un verso di una canzone: È troppo grande da capire il dolore offerto per amore
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