Scritto da © Andrea Pozzoli - Sab, 26/02/2011 - 16:40
Spremo il frutto
raccolto in me
dalle labbra arse
l'agre succo maturo
cade nella gola nuda
assetato del sapore di marcio
vado soffocando la vita
alla mia dignità
ogni giorno senza sole
respiro silenzio
con nodo carnale
intriso di sangue
stretto alla bocca dell'intestino
il tenue involucro
è il custode ferito
dei miei dolori assopiti.
Povere sudate parole
sparse come monete al vento
Voi figlie dei punti cardinali
volate via come foglie morte
Fragili vi addormentate
sul dorso di bolle d'aria
Masticate la mia follia
e riempite quel vuoto trasparente
in ecolalie di sillabe udite
di primigenie balbuzie antiche
di primigenie balbuzie antiche
perché, mendicando
davanti allo stupore
dell'anima spettatrice
si perde forse il senso
ma s'acquista l'emozione.
ma s'acquista l'emozione.
Apoz<
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