Che grande caos
in questa mia povera testa
quando mi ritrovo solo,
è un continuo vociferar
con vero e proprio botta e risposta
tra mente e coscienza,
prigioniere dell’anima nel mio profondo.
Se questo baccano succede di notte,
perché anche nel sonno
spesso non mi dan pace,
mi costringono a buttarmi dal letto
per ascoltar le loro assurde ragioni:
smettetela una buona volta e
la notte almeno fatemi riposar!
Da una vita faccio il medico
solo per grande amore,
pensate un po’ che cattiveria:
non sopportavo più mia madre
per troppi lamenti e di contro
mio padre, semplicemente con serenità
soffrendo, con la sua dipartita
mi pervase d’amor tutto il profondo:
“Papà, la forza del tuo amore
ha pervaso di te il nostro cuore,
vivi sempre con noi...”.
Il mio difetto nella scienza
varca il limite degli abissi,
ma grande mia coscienza
se me lo rinfacci ogni momento
mi spingi a bestemmiar,
ma cosa vuoi da me
se mai mi va di tanto studiar?
E lasciami finalmente vivere come
più mi va, la tua grave morbosità
per profonda sensibilità
mi ha rovinato l’esistenza.
È vero che sono anni luce
dai grandi maestri della medicina,
ma la terapia che ho donato
con la luce dagli occhi
di certo ha accompagnato sereni
tanti miei pazienti che, dall’aldilà,
ispirano sempre più mie scritture:
questi sì che son veri tifosi,
altro che ultras banditi in ogni luogo.
È per questo motivo
che mi ritengo testimone
e pilota dell’anima immortale,
perché tali luttuosi eventi
stranamente danno gran verve
al mio profondo,
mi elevano nella spiritualità
alla faccia della materialità
sempre presente anche in medicina.
Terribili sorelle, anzi gemelle,
sempre in dissidio e
da tempo remoto senza più intesa,
cercate una volta e per tutte
di trovare accordo con unitario intento
e fatemi il regalo della pace interiore.
Povero me, che gran pazienza
con queste due mie intime donne!
Non bastava la mia dolce moglie
in comunione spirituale,
si son messe anche “pure” queste due
a me legate addirittura
con vincolo immortale;
ma vuoi veder che son misantropo
per cui si spiegano
tante mie disavventure?
All’una (mente), in versione maschile
è pensier pregno di materia,
per carità non fraintendete,
da sempre piacciono tante belle donne,
l’altra (coscienza), nella consueta sua veste
di luce e poiché mai si fa i fattacci suoi,
invece, di rimando mi rimbrotta
che per legge me ne tocca una.
Son davvero molto stufo,
da mattina a tarda sera
stanno solo a litigar e
vi rivelo con gran vergogna
che spesso vengono anche alle mani
con l’amor a far da paciere.
Questo sì che è vera essenza
a completare l’io profondo,
son davvero fortunato
perché adesso mi accomodo
in poltrona e non mi muovo più.
Che gran bella compagnia,
tra Cartesio e Socrate,
primo filosofo dell’era moderna
ed il più gran filosofo di tutta l’umanità;
in prosa non l’han capito
e allora lo metto in versi,
di certo più effetto farà!
Udite, udite la barzelletta del secolo,
tra “cogito ergo sum”
e “gnothi sautòn”,
in mezzo a questi nomi altisonanti
che annebbiano la mente,
c’è anche il sottoscritto
con “amo e sempre sarò”,
perché, ragionando attentamente,
l’anima, che nasce per amore
e dona vita, ha origine
dalla indissolubile luce divina
e tutto ciò che è spirito,
soffio e alito vitale
di nostro Padre eterno
mai avrà fine e
giammai si consumerà:
“Credo nello Spirito Santo,
che è il Signore e dà la vita,
e procede dal Padre e dal Figlio”.
Sarà l’apoteosi della mia vanagloria
ma almeno con queste considerazioni
da profonde riflessioni
vi faccio un po’ sorridere ed evadere
così dalla greve e triste realtà;
tornando poi alla barzelletta,
chi mi contrasterà
se grido ad alta voce
che mente, amore e coscienza
rappresentano la cellula primordiale,
primum movens di inerte fango
o polvere in poltiglia
(noi tutti veniamo al mondo
per atti d’amore
e il sistema spirituale presiede al nervoso!)
Cari miei atei,
il sistema spirituale si può
anche non avvertire,
comunque fa meraviglia
questa vostra oscura filosofia e
di sicuro il vostro sistema nervoso
di certo non è intatto!
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