Scritto da © Piero Lo Iacono - Mar, 13/09/2011 - 10:11
Il cieco non vede il sordomuto
fargli segnali.
Murati vivi dal mutuo ammanco,
destinati a bussarsi addosso
con le nocche o i pugni
al modo dei carcerati
sui dorsi e le vertebre di muri di sasso,
decidono di prendersi per mano
e di camminarsi a fianco.
L’uno ha la vista ma non la bocca e le orecchie.
L’altro la parola ma non gli occhi.
Le mani, nodi nella stretta, un passo avanti,
il ramo concesso per venirsi incontro
e accettarsi nell’appartenenza.
Ma un invidioso che li vede insieme
e giudica dall’apparenza
grida a loro il suo insulto:
“Ci vogliono due uomini come voi per farne uno!”
I due continuano il cammino
mano per mano,
marinai di terre
verso un ignoto lontano.
Giunti in spiaggia
(-oltre altro non possono-)
il sordomuto comincia
a tracciare sulla sabbia
l’ombra del cieco seduto.
Ma ogni ondata tutto cancella.
E il cieco si alza in piedi
per cambiare la posizione della sua ombra.
Il sordomuto lo asseconda
e ricomincia il disegno.
Cos’è sacro, lettore?
Cosa? Mio lettore errabondo?
Quel tenue filo forse d’aria o di rafia
che le anime lega e allea
l’una all’altra.
16-8-2009
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