Scritto da © Livia - Lun, 30/04/2012 - 15:31
Non so a che serve scriverne
-parole-
parole che s’intrecciano,
si attirano, si amano, si uccidono fra loro
alla vita non è concessa
la parola dolcemente assonnata
quell’aria di dimenticanza aggraziata
ma il fortilizio del silenzio delle azioni.
la parola dolcemente assonnata
quell’aria di dimenticanza aggraziata
ma il fortilizio del silenzio delle azioni.
sfumati, gli strumenti del sogno
matite dalle punte fini
o lance sguainate,
stendardi o veli di grandi verità
e non sono
matite dalle punte fini
o lance sguainate,
stendardi o veli di grandi verità
e non sono
so resistere, ce l’ho il mio sogno trafugato,
illeso, onorato, malridotto
così com’è perché l’amo da sempre
senza più ossa né pelle.
Un quasi nulla evanescente
irrinunciabile.
illeso, onorato, malridotto
così com’è perché l’amo da sempre
senza più ossa né pelle.
Un quasi nulla evanescente
irrinunciabile.
non conto le stagioni
non conto le brine, gli inverni, gli occhi,
i sassi.
non conto le brine, gli inverni, gli occhi,
i sassi.
e’ sempre lì
dietro qualcosa che sfugge e si porta via
il suo nome
dietro qualcosa che sfugge e si porta via
il suo nome
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