Scritto da © Giuseppina Iannello - Gio, 10/01/2019 - 11:23
Sant’Antonio, patrono degli amori,
che una grazia sublime
mi hai elargito,
io ti ricorderò
tutta la vita
e ti sono devota.
E, dunque…
Ti racconto la mia storia:
egli, lo vidi
proprio sulle scale
della chiesetta,
in fondo alla piazzuola;
n’ebbe un sussulto il cuore
e tanta gioia.
Egli scendeva, quindi,
dal sagrato, e, giunto al piano
mi donò una rosa.
“Dunque sei tu la niña innamorata?
Che nei miei sogni dolcemente viene?”
Chinavo il capo;
timida gli chiesi:
“Sire ma come sapevate?...”
“Ti ho veduta e sentita;
sfogliavi un libro antico
con principi ed eroi,
qualche sovrano.”
E non disse più altro.
Arrossivo, siccome un pomodoro,
nulla dicendo;
mentalmente solo:
sire vi amo.
Dolcemente sorrise
prendeva la mia mano
e disse: “Vieni”
E ci trovammo,
quattro passi insieme,
di là, sul mare.
Una nave attendeva:
“Devo andare,
“Devo andare,
dimmi, tesoro,
di’
mi aspetterai?”
Risposi: “Sire, sì
vi aspetterò
tutta la vita.”
* La protagonista di questa storia è Dafne Consolini, che per aver prescelto il proprio sposo, dopo averne visto l’immagine in un libro ed averlo detto pubblicamente, venne ritenuta da tutto il paese squilibrata. Ella confida, però, in Sant’Antonio il quale compie il miracolo di intercedere fra il sovrano Costanzo III° del Belgio e la giovine.
Costanzo III° del Belgio apparì a Dafne in spirito. Le disse di contraccambiare il suo amore e di voler essere aspettato e promise, anche, che le avrebbe dato un figlio, sebbene Dafne fosse in età matura. *
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