Scritto da © Giuseppina Iannello - Ven, 10/01/2020 - 17:47
Villa Amarena...
Sempre un pianto amico, discende all'ombra
di una casa antica.
Tu che non sai, ti aggiri sprovveduta,
tra le pagliuzze di una messe d'oro.
Ma Tu che vedi, come s'è intristita,
dille che ho pianto
e che la penso ogn'ora.
Villa Amarena...
Ti molceva il cuore,
sapere ch'eri stata abbandonata...
Parla per me: puoi dirle che son vivo
c'è la barchetta che ci aspetta ancor.
***
Non tacerle lettrice,
che vi ho viste passare...
Consolavi il suo pianto, non sapendo parlar.
Io ti vidi nelle fasce e vicina al suo dolore.
Le dicevi asciuga il pianto... nel ricordo dell'Amor.
***
“Dalle in sogno una carezza,
perché dorme in mezzo ai fior.”
“Per quel ch'ebbero detto, non ci sono
parole, l'ebbi vista il tuo amore, a... due passi da me.
Non faceva domande, non parlava di sé...
ma schiudeva i suoi bauletti,
coi vestiti un po' retrò.”
“Villa Amarena...
Nell'incanto opale,
vivo nel sogno di una pace antica...
Conosco i tuoi segreti,
il pianto delle madri, l'affranto genitore,
che a scuola ti parlò.”
***
Non le tacer lettrice,
che le ho voluto bene, più che a quel fiore esangue, lasciato
in mezzo ai fior.
Non le tacer dell'ansia, legata alle catene... del pianto suo mi stinsi,
per non darle un dolor.
Si era in quell'estate, al sommo dell'ascesa.
Salimmo ai pie' del colle;
io mi sentii svanir.
La strada era in discesa... Raccolsi un fior di melo e le parlai così:
“Amalia, mia fanciulla, Felicità, mio sogno...
Rispondi: se ritorno, mi accoglierai costì?
Se muoio... Ma ritorno... Ritroverò il tuo cuor?
C'è ancora la finestra tra il glicine, lassù?...”
Ti vidi impallidire... ma rispondevi: “Sì.”
***
“Avvocato, non dica, queste cose, non le dire mai più...”
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