Scritto da © Giuseppina Iannello - Gio, 08/06/2017 - 09:29
poesia trasmessa da mio suocero, Pinin.
Io ti rivedo, come assorto, figlio
e con te, mi ritrovo
in quella estate calda
che non ci vide mai
così vicini.
Eravamo tranquilli,
pur sapendo, di quell'unico allarme:
il caldo estivo.
Eravamo tranquilli
e, ricordo,
non schivi di quel
concerto assurdo
che era il canto dei grilli.
Mi avvicinai al diapason
per farti una carezza:
mi rispondevi, mesto:
“Scendono le montagne (1).”
E lo sentii, da allora,
il tuo singulto
farsi più forte
“Scendono le montagne;
non guardarmi...”
Ora ti dico: ritorna al canto dei grilli;
non disperdere i sogni.
E, lascia
che una seconda volta
io, ti accarezzi.
(1) Il bambino sente l'imponenza, quasi paurosa delle montagne e, avverte un senso di panico; piange ma non vuole che papà lo veda.
»
- Blog di Giuseppina Iannello
- 723 letture