Scritto da © Giuseppina Iannello - Mar, 26/04/2016 - 17:36
La vicenda si svolge in Spagna intorno al 1920. Dafne Consolini, in età matura, aspetta un bimbo dal re del Belgio. Il paesello la deride, ritenendola matta; Dafne è costretta a fuggire; ritorna al paese, quando è prossima al parto. Ella si affida alla protezione dei genitori, in particolare della madre, nonché alla protezione di quel santo, sant'Antonio, al quale è devota, e che le è sempre vicino.
** si legge cantando **
Sant'Antonio, alla stazione,
quanto freddo, qual biancor
non un lume, una candela
non un angolo per me.
Già pensavo al mio ritorno
quando il bimbo sussultò.
Mamma che cuci, alla finestra antica,
dimmi se è l'ora di tornare a casa;
non ho più un tetto e sento la fatica
dell'esule, errabonda e prigioniera.
Mamma che ascolti l'esile preghiera,
guardo la veste che mi desti tu...
Piange la niña, ritornata a casa
ché la dimora non esiste più.
Piangono i lumi sulla scalinata,
sapendo i passi cedere al fragor.
Mamma che piangi in questa sera buia,
datemi un fil di luna lo porterò al mio re.
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Ma, non temete, vedo un lumicino,
là sulla spiaggia, dove fui con te.
Discendo piano il santo si avvicina;
c'è una capanna; proverò a bussar.
Mamma che piangi alla finestra antica,
più non temete.
Io vi sosterò...
L'uscio si è aperto...
Scorgo una conchiglia
ci parleremo nell'azzurrità.
C'è un letto bianco;
bianca la mantiglia,
bianca la culla,
il bimbo nascerà.
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