Scritto da © Giuseppina Iannello - Lun, 09/12/2019 - 17:42
Avrei in quel dì voluto,
Angelo guida,
rimanere con te, non andar via
ripiegarmi… Sul senso della vita
e su questo silenzio, innaturale.
Avrei voluto, nel salotto antico,
parlare con le piccole statuine;
mi vinse il tedio e ancor,
mi interrogai,
su quella solitudine… Infinita,
sulla foto a colori
che è sbiadita,
su quell’agenda…
i nomi cancellati.
Mi vinse il tedio
e la mia pace antica cercai
fra le altre mura,
al casolare
di una mendace conoscente:
“Dai! Vieni, che fai?!”
Non l’avessi mai fatto!!
Reduce da una festa
in grande stile,
chiedo perdono
per il gran baccano.
Io, bisognosa
ancor di compagnia,
bacio in silenzio,
veneri e amorini.
T’avessi dato ascolto,
Angelo mio!
T’avessi dato ascolto
Angelo guida,
avrei portato al
cuore, ad una, ad una,
le dolci ninfe,
tutti gli amorini,
tutte le rose,
tutti i fior di loto.
Ti faccio una promessa:
d’ora in poi,
rifuggirò da insoliti proclami:
“Vieni, son la migliore.
Ti faccio compagnia.”
Ti faccio una promessa:
d’ora in poi,
sublimerò l’incanto
e la poesia,
nel cuore dei ricordi.
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