Papà, la famiglia, le stelle e il pane di Messina | Poesia | Giuseppina Iannello | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Papà, la famiglia, le stelle e il pane di Messina

Papà ritornava tardi dal lavoro,

spesso con l'ultima corriera;

la mamma lo attendeva

sommessamente pregando.

Tremolavan le stelle

dal cielo blu cobalto.

Anche noi bimbi attendevamo...

E poi... Finalmente,

scorgevamo la vettura:

era la numero otto.

Papà scendeva:

ne riconoscevamo l'abito,

sempre blu,

e la sua statura

ed il suo passo leggero;

la mamma, respirava di sollievo

noi bimbi gli andavamo

incontro correndo

e quando gli eravamo vicini,

io, birichina,

salutandolo, gli chiedevo:

Da dove vieni, papà?

Vieni da Roma?

Da Messina? O da Capo d'Orlando?”

Ed egli sorrideva...

Poi, abbracciandoci così mi rispondeva:

Lo sai, monella, che vengo da Messina.”

Giunto a casa, papà abbracciava la mamma,

le dava un bacio.

 

Sulla veranda c'era un piccolo tavolo

papà vi poneva le borse:

una serviva per l'ufficio

e l'altra per eventuali piccole spese.

Dalla seconda traeva alcuni

pacchetti fatti di carta gialla rigatina

oggi in disuso.

E da ciascun pacchetto,

veniva fuori il pane:

un pane soffice, dorato,

fresco, appena sfornato e c'era, tra le forme,

una lettera che somigliava alla esse

ed una alla emme

e c'era un pesce panciuto

e poi un maggiolino

(un paperino, una tartaruga,

una banana).

 

Ora eravamo felici:

ognuno prendeva il suo pane,

quello prescelto.

E lo si gustava in silenzio

sotto le stelle, all'aperto...

Ed era un pane speciale,

perché preparato a Messina.

 

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