Scritto da © Giuseppina Iannello - Mar, 06/08/2019 - 11:16
Papà soleva ad ogni suo risveglio, parlare con la mamma dei tempi giovanili… Ed io, che udivo dal lettino accanto, scoprivo la sensibilità di entrambi alla poesia.
“O dolci baci, languide carezze...” La gioventù che fugge era quel tema, sul quale puntualmente, la mattina, si ritornava. Papà le proponeva il più bei testi, che incontravano il gusto della mamma: “Rondine al nido...” la cantavi sempre… la canteresti anche stamattina? La mamma rispondeva: “Finché ho voce la canterò, ch’è tra le mie preferite.”
Cresciuta, un po’, durante la giornata anch’io partecipavo: “Mamma mi canti quella canzoncina che parla di una fata e di un cavaliere.” Ed ella rispondeva: “Volentieri.”
“Dove vai, dove vai fatina bruna…
Io vado all’acqua per bere e cucinar…
Io vado all’acqua per bere e cucinar…
Me lo dai, me lo dai, un bicchier d’acqua?”
“Io non ho tazze, ne cighere e bicchieri
per dare a bere a voi, cavalier.”
“È molto bella, mamma...” Ed anche, lei, sentiva il mio trasporto in quel mondo fiabesco, ove le fate hanno gli occhi incantati dei bambini.
Poi le dicevo: “Mi sovviene ancora, quella che parla di una fata bruna.” Mia madre sorrideva e cominciava:
“Piccola fata bruna, sulla laguna di stelle d’or…
Pallida già la luna, ma il suo balcone non s’apre ancor…
Dorme Venezia a sera… un cuor che spera con ansietà.
L’ultimo gondoliere ti canterà…
Oilì, oilà… Andiamo in gondola.”
Mamma, ricorderò: mentre cantavi, vedevo nei tuoi occhi un ciel di stelle, e l’incarnato eburneo… E i tuoi capelli.
La tua bambina ti chiede un favore: “Potresti continuare?” “Riprendo il filo ascolta:
Festa del Redentore…
stasera è bello, l’amor
pensar…
Metti lo scialle d’oro
so che il mio cuore ti vuol parlar…
Oilì, oilà…
Andavo in estasi.”
tratto dal mio libro: "Uno smeraldo tra l'azzurro".
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