“Era un'alba di luglio e tu piangevi... Urlava la bufera... Le infermiere non parlano ai neonati... Allora io venni: ti strinsi al mio petto; tu ti quietasti. Il mio cuore batteva insieme al tuo.” Risponde Iginia: “Ho un ricordo vago e molto dolce... Direi quasi chiaro...”
“Iginia, io ti ho sentita parlare con Iolanda sulla scala; parlavate del nome di un bambino; sappi, che nella rosa ce n'è uno che ami, ma, in segreto: tu temi il tempo, la ruggine, il mistero... E non sai che Ruggero è nel tuo cuore.”
Iginia: “Ruggero... Mi sembra di sentirlo, in un dolce abbandono, venire da lontano.”
“Ruggero, Iginia, è il nome di mio padre e sappi, che sarà molto felice, se darai il suo nome, al tuo bambino.”
“Ruggero... Hai nella voce, un pianto senza uguali...
trema come una stella
e come le ali
di una rondine in croce
l'amavi tanto?”
“Più della mia vita;
quanto alla gioia infinita e quanto il pianto.”
Il Poeta si congeda; Iginia, silenziosa, non vede l'ora di varcar la soglia per dire alla sua mamma che è felice, d'aver trovato il nome più indicato per il bambino che verrà alla luce.
“Mamma, ho trovato il nome...” La mamma, sorridendo, le dice solamente: “Se ti piace, piacerà anche a me: qual è?”
“Ruggero.”
La mamma, qualche volta, ha voglia di scherzare... Perciò, le dice: “Mi sembra rugginoso... Ma non fa niente... se piace a te e se sarà d'accordo il tuo consorte.”
- Blog di Giuseppina Iannello
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