Scritto da © Giuseppina Iannello - Lun, 26/06/2017 - 15:32
Primavera che va, con le piogge gentili...
Ci scambiammo i quaderni, quasi in pegno dell'amor.
Ti mostravo i miei quaderni, dalla copertina bruna. Mi dicevi sorridendo: “Ha le righe rosso e blu!
E poi, ancora, bugiardina: come son belli e strani i tuoi quaderni; son proprio uguali a quelli di papà.”
Poi, mi svelavi, in segreto gli acquerelli: “O se sapessi, che magia!... Han delicate trasparenze... E se li accetterai, te li regalo, perché mi insegni a disegnare il mare e la candida nave, che giorni addietro, c'ebbe salutati; perché mi insegni, infine, a tratteggiar castelli e, ancora, a disegnare e a colorar le sirenette.
O Professore, se rimani ancora, ti voglio presentare ai genitori: la mia mamma è una poetessa perché che canta, con passione; credo componga i testi.
I suoi occhi sono stelle... e mi infondono la gioia. Il mio babbo è lo studente che ritorna dalla scuola. Ama tanto i suoi maestri e mi parla dell'Hugo.
E, quando, silenzioso fa le scale... li sento già i suoi passi; batte il cuore. La mamma e noi figlioli gli andiamo incontro, protraendo le braccia; egli, ci attrae a sé; egli sorride. Il suo sorriso ha il sole dell'estate in boccio.”
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