Scritto da © Giuseppina Iannello - Mar, 11/06/2019 - 19:42
Santa Maria, sostienile le chiome dei verd’anni;
avevo sedici anni e un sogno nel mio cuore.
Soleva la mia mamma, all’imbrunire,
farmi le treccioline,
così che si sciogliessero in ondine,
al sole del mattino.
Poi si fermò: “Cos’hai” disse “che piangi?
Hai ben lucidi gli occhi
e, sembri persa.”
Risposi: o madre se sapessi...
Ieri,
eravamo in tante
intorno allo scrittoio della maestra,
si parlava di dame e cavalieri,
eroi, santi, profeti.
Mi diranno che
è gente del passato…
Ebbene, di un di loro
mi sono innamorata
e lo conosco; gli voglio tanto bene.
Il suo nome è Tommaso
ieri, mi accadde un’altra cosa;
uscivo dal convento e,
quasi imbambolata…
All’improvviso e quando,
mi apparve un bel signore.
E sorridendo egli
mi chiese: “Cosa fai?
Dimmi chi sei fanciulla?
Qual è il tuo nome?
Marghot, risposi.
Marghot, risposi.
Ti ho tanto attesa,
ti ho vista nei miei sogni
con l’abito da sposa
ti do una spada ed un fiore,
im pegno del mio amor.”
** Fine prima parte.
(1) Santa Rita
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