Il nostro incontro - parte 2 | Prosa e racconti | Giuseppina Iannello | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Il nostro incontro - parte 2

Scendevano le prime ombre della sera.
Tu piangevi a dirotto, signorina. “Cugina Giulia, non voglio più lasciarvi...” Se ne accorse il cugino che ti disse: “Stai tranquilla, figghitta; perché fai disperare la tua seconda mamma?”
Giulia ti consolò, stringendoti al suo petto, ma i lucciconi, venivano ugualmente giù; sembrava un acquazzone in piena regola, ma, se volgevo gli occhi, tu, eri ancora più bella e mi guardavi, a tratti, con serenità.
Ti chiesi: “Perché piangi?” E tu: “Non ho nessuno al mondo che sappia le mie pene ed oggi, lascerò chi mi vuol bene, compreso Voi, che comprendete il mio disagio.”
Piccola rondinella, t'avrei stretta al mio cuore... Presi dal taschino il fazzoletto per asciugare le tue lacrime... “O no, diceste, non voglio! Non sciupate un così bell'incontro; sono malata anch'io del mal sottile.”
“Non piangere...” Ripresi il fazzoletto. “Non ti bacerò sugli occhi,” dissi scherzando, “ci sono tanti altri modi per contagiarsi del mal d'amore.” Mi guardavi stranita, senza riuscire a proferir parola.
E ti presi la manina, invitandoti a non fare i capricci.
“Ti piacciono i confetti?” Tra le lacrime, mi facevi un sorriso, annuendo.
“Ebbene, domani ve ne porterò un pacco. Permettete ch'io prenda il fazzoletto.” Mi davi, finalmente il tuo permesso ed io asciugavo il tuo visino.
Quella notte andai al letto, e mi addormentavo presto, con te, virtualmente, stretta al mio petto.
Ma, prima di congedarmi, ti dicevo: “Domani, all'Avemaria, ti porterò al Rosario e dopo col permesso dei tuoi familiari e dei Padri, ti porterò a visitare qualche quartiere della città. Dio voglia che tu possa trovare anche un'amica, accettate di uscire con me?”
Con lo sguardo di bambina, mi dicevi: “Accetto.”
Il giorno seguente, scrivevo un bigliettino: «O mia dolce compagna, spero di rivedervi presto, perché ho molte cose da dirvi. Ho pregato la Vergine Maria, di farvi guarire e di proteggervi dalla malattia. Mi han fatto molto male le vostre parole: o, non sciupate il nostro incontro; sono malata anch'io del mal sottile. O dolce giovinetta, ho compreso la vostra fatica nel dovermi dire: sono malata anch'io.
Ho già baciato i vostri lacrimoni e so di amarvi.
Domani a Mezzogiorno, vi porterò in chiesa, a vedere il carillon e poi alla galleria dell'Arcivescovato, ove conoscerete gli avi che già sapete.»
 
* continua *

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