che abitava in campagna
e si chiamava Giufà.
Faceva il contadino.
Sentite, ora,
che accadde una mattina:
dorme Giufà nel letto,
fatto di fieno e paglia,
e qualche foglia gialla
e un poco di lavanda.
Ed accanto a quel letto
ve n'è uno più grande
fatto di fieno e paglia
e un po' di camomilla:
vi dorme la sua mamma.
Vi dorme la sua mamma,
vedova già da tempo,
che vede in quel suo figlio
l'unico suo sostegno.
Or sentite, che accade una mattina:
sono di già le cinque, Giufà
è ancor sopito. Con mezzo cervello
pensa: ""E' triste, non è bello
alzarsi la mattina per andare
in campagna,
portare da mangiare a Lisetta,
la cagna, a Ciccio l'asinello,
alle galline affamate.""
La mamma, invece, è desta
e rivolta a Giufà: «Giufà, Giufà,
mi senti?»
«O, sì, madre, parlate.»
«Mi è parso di sentire
un temporale; va', dunque,
alla finestra, che io sto
un poco male. Dimmi se c'è
il sereno.»
Ubbidiente, Giufà,
scende dal letto,
ma le imposte sono chiuse:
al primo passo, inciampa
contro di un mobiletto,
al secondo, pesta la coda al gatto,
al terzo, finalmente, la riconosce
al tatto la maniglia e dice: «Ti, ho
trovato, finestra!»
La schiude, ma, purtroppo, rimane
senza fiato per una sorpresa.
«Giufà» grida la mamma: «Ma sei
incantato?»
«Oh! Madre, avevate ragione a percepire i tuoni:
il tempo è nero, nero, nero...
come il carbone...
Non è che io sia incantato
è quel che è peggio odora di formaggio,
quello più stagionato.»
A questo punto la mamma,
perde la pazienza.
«Scimunito», gli grida,
«Hai aperto la dispensa!»
Giufà, non ha parole;
si aspetta quasi un ceffone
ma, ecco che la mamma
ora lo stringe al cuore
quell'unico figliolo
che forse è un poco ingenuo...
Perché Giufà è buono, adora
la sua mamma.
Si lamenta se piove
sorride se c'è il sole
e scorrazza per i campi.
- Blog di Giuseppina Iannello
- 1344 letture