Mia cara nipote,
cari lettori,
Alla narrazione del mio racconto biografico, segue, talvolta, una pausa; questo per poter entrare nel vivo dell'argomento, senza il rischio di sentirsi nel labirinto delle parole poco note e, usate spesso, con difficoltà. È necessario, infatti, entrare nel costrutto di ogni parola per poter prendere coscienza delle varianti che ad essa si legano.
Il termine defunto, non significa “deceduto”, bensì “passato a...” Indica, per tanto, il passaggio da una condizione di quiete patologica ad una situazione di iper-ectonomia globale, relativamente a tutte le microcellule rilasciate dal corpo. Tutte le microcellule vagano nell'emisfero pinderale lasciando allo stato fluido un agglomerato, che in chiave cosmica, è la sintesi delle omogeneità caratteriali, ideologiche e introspettive dell'individuo giunto al trapasso.
Le particelle rilasciate dall'organismo, favoriscono il formarsi di corpuscoli ricettivi che riattivano la sostanza dell'Uomo.
Ora, voglio dirvi... Che chi muore, sente ed ode il pianto dei propri congiunti. Il defunto pertanto, concentra le proprie energie nel reflusso astro-dermico, una condizione, per la quale, chi rimane, pur rimanendo scosso dal dolore, riceve a livello inconscio, la luce che proviene da infiniti spazi. È in virtù della luce siderale, che proviene dagli spazi cosmici, che quella che sembrava l'apoteosi della speranza, diviene pur nel dolore immenso, fonte di energia, e la prima speranza dell'Uomo.
La prima speranza dell'Uomo, è quella di ricongiungerci ai nostri cari. Ben dicevano gli autori medioevali, quando asserivano che il passaggio sulla terra, è il tramite attraverso il quale, l'Essere umano supera se stesso, e raggiunge una visione extra-piramidale dell'Universo.
Il termine “redivivo”, invece, indica il ritorno dell'anima, nelle proprie forme, dopo un temporaneo distacco. L'uomo nel petto ha un radar, il Cuore, che attraverso sottili canali, giunge fino al cervello. Ma il cervello non è la forza motrice dell'uomo; la forza motrice risiede tra la parete occipitale e il cervelletto, da dove nascono e fluiscono tutte le emozioni. Che cosa è il cervello?
Il cervello è l'organo che risponde ai nostri comandi. Diminuendo l'attività emotiva, determinata, dai gangli minori, anche il cervello, smette la propria attività.
- Blog di Giuseppina Iannello
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