Scritto da © Giuseppina Iannello - Dom, 06/03/2016 - 10:44
C'è tra le stanze
della nostra casa
una stanzetta che non fu
abitata;
è la tua, Desirée.
C'è un letto bianco,
non c'è più la culla:
perché oggi, saresti...
una fanciulla.
Tra tende azzurre,
c'è il comò, che è bianco;
bianco l'armadio e il comodino...
C'è la specchiera,
presso cui siedi amore,
a pettinar i morbidi capelli,
oh i tuoi capelli, vellutati
e bruni, lievi, fluenti
sulle rosee spalle.
Guardo i tuoi occhi:
come sono belli,
bruni, sognanti
su spazi di cielo,
sì somiglianti a quelli
della nonna, come pure,
il sorriso.
Nella stanza ho disposto
una pianola.
A sera, quando chiudon le persiane,
lieve il tuo spirto siede al piccolo piano;
ecco, la musica conduci.
Suoni per me, figliola,
e per tutte le madri
che non ebber creature;
suoni per tutte le nonne
che non ebbero nipoti.
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