Fu primavera un'esule stagione...
Tra cirri e nebbia,
mi rivedo ancor.
Vagai tutt'oggi con malinconia.
Malinconia mi ha riportata a Te.
Addio, mia sponda,
primavere italiane
per il mio pianto,
io ritornerò.
O no.... non piangere
terrò i serbo il tuo cuore.
E so che Amore, ti conduce da me
Primavera non che un
messaggio d'amor
è la stella che cogli
per parlargli di Te.
Addio mie sponde
Sulla riva dei verd'anni
volli ancora rimaner.
La valigia è quasi pronta,
ma rimango insieme a Te.
Piana va l'onda andrà....
piano anche il mio pensier,
ma non so dove l'onda
la poserà il destin.
Ovunque andrò....
“Ovunque andrai, Mortelle
saprà
dei tuoi pensier.”
Non ci sarà un'ampolla
più magica di te
che vide la mia mamma serena tutto il dì.
Ovunque andrò....
“Ovunque andrai, saprai
che ti ho pensata, sì....
Mortelle non trascura
chi l'ha tenuta in cuor."
* Dal mio libro: “L'esule stagione”. *
- Blog di Giuseppina Iannello
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