Scritto da © Giuseppina Iannello - Gio, 07/11/2019 - 14:05
Vorrei magiche lenti
per saper dove sei...
Tu stavi sul mio grembo,
meis simularis luce,
sicut parvemur stillae
innocentis, frugale...
Ti sentivo indifesa;
eri preziosa.
Fosti una gemma
tra realtà crudeli.
E mi guardavi con
occhi sinceri,
languidi occhi di micia.
Io ti tenevo stretta,
sicut meis corde,
care.
Senza poterti dire…
Senza poterti parlare.
Io ti tenevo stretta,
senza poterti
tenere.
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Nota esplicativa:
Per ragioni indipendenti dalla mia volontà, fui costretta a portare Iris al gattile; ero malata e i suoi saltelli da un mobile all’altro mi provocavano capogiri.
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