Scritto da © Giuseppina Iannello - Lun, 23/07/2018 - 09:35
(*) Terza stesura.
***
Per inseguirti, sogno,
andai lontano.
Non mi arrivò dal piccolo
giardino
lo stupor delle fronde,
il lor fruscio
era ancora l'ottobre solatio;
io ti lasciavo, senza una parola;
io ti lasciavo, triste terra mia
e non mi accorsi... Forse
non capivo...
E non mi chiesi.
E non mi chiesi
s'eri già al cancello
per potermi parlare
e trattenere:
pensami sempre.
Ti esorto, ancora,
non lasciarmi
ma se non puoi...
Sereno sia il cammino.
Ti lascio un libro di preghiere.
Il cancello si chiuse
tra le rose dell'autunno cangiante.
O madre santa!
Dolce madre mia,
sapessi... Fu un dolore
vederti sì smarrita...
Ma un sogno, è un sogno
e fu nel mio obiettivo,
render gioiosi voi
della mia gioia.
Mamma, papà,
rivedo i vostri sguardi
interrogarsi lungamente.
Al fin, prevalse il sogno
e rivedo papà mentre mi dice:
“Ebbene va';
ovunque andrai, figliola,
noi ci saremo.”
Parlò quindi la mamma:
“So che non vuoi lasciarci;
l'invito, pure, non declini.
Partiremo con te.
Lungo la via,
dà la mano a tuo padre.
Andiamo, vai...
Ti sia fedele il sogno,
il canto, la promessa
che ci fai.
E Iddio ci salvi, figlia.
Abbi coraggio.”
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