ghiaccio 1 – quasi dicembre, verso sera

costruisco storie senza tempo
nella mia ideale città delle ombre
storie che partono in piena luce
deviando poi in vortici di nulla
oscurità di nude terre estranee
in abitazioni di mostri e angeli
storie di un coraggio mancante
guerrieri con fragili corazze
adagiati sui tappeti di domani
oggi come piccoli letti scomodi
divani a chiodi per il tanto parlare
fiamme di cucine super accessoriate
coltelli taglienti utili per le ferite
usati con i nostri moderni disastri
avvelenati dal sole di tante stagioni
coloro gli occhi delle bambole
nei giochi con le macchine in calore
nei rumori assordanti dei motori
quando l’urlo del vento si ritrova
ucciso come colla nella banalità
arroventati tutti nei pensieri uguali
fusi in una furia verso l’ignoto
nel gesto di discorsi assai intricati
come fossimo tutti più arroganti
uomini di più perfette presunzioni
assoldati dai segreti più rumorosi
mentre ci aggiriamo nelle selve
di città senza ordine di perfezione
legati dalle regole della prospettiva
in un contratto ancora mortale
dove percorriamo urgenti e veloci
i deserti che girano alla rovescia
nei deliri infiniti di volere la normalità
cancellando nelle solitudini i respiri
ormai già stregoni del nostro tempo
noi nostro fecondo malgrado