Scritto da © Giovanni Perri - Sab, 21/11/2015 - 13:26
la voce incrociata
di padre e di figlio
che mi viene
così naturale
la sera quando
pronuncio appena
il nome del vento
che mi asciuga gli occhi
e che spalanca
l'attimo della mia età
divisa tra l'azzurro
e il grigio;
la voce d'albero nel fiore
quando scrivo
che ho questa cantilena
di umori nudi- all'origine
e l'alba mi sale dai piedi
come un fiato di terra
bagnata;
la voce roca,
rada, annodata
di tutti i tempi che ho
nel cuore
quando ricordo
e nel ricordo
illumino città
tristissime;
oppure quella voce
che non sale
e resta lì
nel corpo imperscrutabile
d'un bacio
quando t'amo
e respiro solamente
in te;
la voce della mia allegria
scoperta attorno alla fontana
piena di bambini sudati
che aspettano
impazienti
il turno
per bere
e io bevo l'aria.
di padre e di figlio
che mi viene
così naturale
la sera quando
pronuncio appena
il nome del vento
che mi asciuga gli occhi
e che spalanca
l'attimo della mia età
divisa tra l'azzurro
e il grigio;
la voce d'albero nel fiore
quando scrivo
che ho questa cantilena
di umori nudi- all'origine
e l'alba mi sale dai piedi
come un fiato di terra
bagnata;
la voce roca,
rada, annodata
di tutti i tempi che ho
nel cuore
quando ricordo
e nel ricordo
illumino città
tristissime;
oppure quella voce
che non sale
e resta lì
nel corpo imperscrutabile
d'un bacio
quando t'amo
e respiro solamente
in te;
la voce della mia allegria
scoperta attorno alla fontana
piena di bambini sudati
che aspettano
impazienti
il turno
per bere
e io bevo l'aria.
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