Ah! Con il Nulla si trastulla
esordì sin dalla culla
era fatta di betulla
s'invaghì d'una fanciulla
ma la morte tutto annulla.
come annulla? chii annuullaa? ascolta-ascolta le voci dentro! È dentro che devi ascoltare. È lon-ta-nissiiii-mo, ma ce la puoi fare se ti concentri... se ti concentri
sc sss sc sss
I pensieri che corrono
N on sono che granelli:
S abbia che turbina,
E senti che parlano
G raffianti, stridenti,
U rlando e gemendo,
O sano e muoiono
N el vortice di rabbia.
I nseguono inseguiti
N ascono e rinascono
S on giovani e arditi,
E rrano e vagano,
G aloppano galoppano
U no, due, tre alla volta,
I nsieme oppur da soli
T entano ogni sentiero,
I nseguono inseguiti.
Ora-slegati-toccala-vedila-sentila-ascoltala-guardala.
S'aver tu brami un corpo notte e giorno,
se il corpo di colei che ami e t'ama,
la voglia tua per l'uopo più non chiama,
se omai quel corpo parti disadorno,
vien presso l'insaziabile sirena,
vien da colei ch'alla follia ti mena,
allor che, nuda, viene a dir che t'ama,
allor che, amando, amore brama.
I' vo' notando e dico ch'è chimera
fuggir da donna che d'amor dispera,
famelica beltà che scuoti il sasso,
altro non posso far: i' fermo il passo.
Se mai d'innanzi a te vi fosse Dio,
che pur di tua beltà fu creatore,
i' giuro che 'l piacer che porta oblio
farebbe di quel Dio un peccatore. [1967]
Tintinnii di suoni stregati
ti accarezzano l'ipotalamo e la Ragione
come una goffa sinergia di pentium asincroni
emette scontrini fiscali
con importi in valute nuove ed incomprensibili,
stampati con inchiostro radioattivo
su carte policrome e fosforescenti.
Sono cumuli di scontrini velenosi
per dichiarazioni di redditi effimeri. [1998]
Ma dimmi allor perché temi la Morte?
Del morto i' non so qual è la Sorte.
Allora attendi ancor, lascia che dica
di quali umani essa è nemica.
Nemica è di colui che prega in chiesa
poiché di questi la Ragione è lesa.
Nemica è di colui che sponte sua
si rende schiavo della razza sua.
Amica è a quei che sfida l'Unyverso
perché la fede in sé non ha mai perso.
Amica è infin di quei che m'ama
poiché i' son di chi la Sorte trama. [1967]
Kiosha frest umma uhiabah,
wevàda klenòska yassa dahàba.
Esselènya gàrisha ràvada wina,
yébada nuròsha klòboya dakìna!
E se invece, dopo, quando tutto sta veramente, veramente per finire:
Dies irae, dies illa,
solvet saeclum in favilla:
teste David cum Sibylla.
Sì, sì va bene. Ma alla fine, nel Dies Irae, anche la magia delle terzine a rime baciate si è andata a far benedire. Il frate non ce l'ha fatta proprio alla fine. Nell'ultima strofa è sceso a compromesso con i distici e l'ultimo non gli è neanche riuscito: pie Jesu Domine, dona eis requiem. Amen. E adesso, col senno di poi: tutto il problema, pur restando nei distici ma senza rinunciare proprio sul finale, se proprio dovevi finire con Amen - e questo ci sembra giusto - visto che nella prima terzina avevi tirato dentro la Sibylla, l'ultima, piuttosto che lasciarla nei secoli infedele, non potevi riquadrarla con Tutankhamen?
- Blog di Germano Mandrillo
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