Scritto da © gatto - Lun, 17/03/2014 - 10:21
Vedi, a volte vacillano le cose note,
il letto del risveglio duale
che pare in mezzo alle maree,
e l'azzurro laccato del cielo
del dicembre dopo Natale
incombe sul deserto cortile
delle foglie a caso cadute.
In quel frangente senza tempo
la difficoltà delle favola
emerge nelle magnolie del viale
condominiale che ci sopravviveranno
e le voci sono sparite
nel fiume della mente che passa
e sfocia nella freddezza del mare
di Napoli che non ti conosce.
Cerchi allora la parola per sopravvivere
nel segnacolo della conchiglia
sulla polita mensola
sospesa nella casa della vita,
o nell'acquario dei pesci
delle tinte che non ingannano il tempo.
Allora ti salva una lettera ricevuta
nel bianco mistero di una busta
come l'arrivo di un amico,
o la fotografia di un antenato
che poni sulla scrivania,
e i libri da consumare con gli occhi,
ma poi la favola la tagli con mani
e con forbici dal volto di lei
che entra con leggerezza nella stanza
senza sapere.
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