Scritto da © Franco Pucci - Mer, 30/09/2015 - 09:32
Non l’Addolorata né la Donna Cannone
non i versi di Guccini né di De Gregori
nelle vene non ho la poesia di Neruda
né l’amore infinito e gentile di Prevert.
Non la tristezza sincopata di Lucio Dalla
né il cinismo urbano del poeta maledetto
nelle dita ho coriandoli -schegge di versi-
che non sanno quant’è profondo il mare.
Avessi almeno la musica. Canterei.
(ho barattato la voce al mercatino delle pulci
in cambio di una chimera di legno intagliata)
Come vorrei non essere preso nella morsa
delle incertezze o dei desideri insoddisfatti
so della neve che è scesa velata ai miei occhi
che ha gelato nelle mani il ticket del ritorno.
Se il Mare calmo della sera ha voce potente
e i Cieli d’Irlanda sorridono a verdi colline
-resto indeciso spaccato a metà tra due cieli-
dove il mare muore nell’infinito mi troverai.
Senza voce. Ti scriverò una canzone.
(ho perso una collezione di 33 giri in soffitta
ora ho note ingabbiate in un canterano di bit)
non i versi di Guccini né di De Gregori
nelle vene non ho la poesia di Neruda
né l’amore infinito e gentile di Prevert.
Non la tristezza sincopata di Lucio Dalla
né il cinismo urbano del poeta maledetto
nelle dita ho coriandoli -schegge di versi-
che non sanno quant’è profondo il mare.
Avessi almeno la musica. Canterei.
(ho barattato la voce al mercatino delle pulci
in cambio di una chimera di legno intagliata)
Come vorrei non essere preso nella morsa
delle incertezze o dei desideri insoddisfatti
so della neve che è scesa velata ai miei occhi
che ha gelato nelle mani il ticket del ritorno.
Se il Mare calmo della sera ha voce potente
e i Cieli d’Irlanda sorridono a verdi colline
-resto indeciso spaccato a metà tra due cieli-
dove il mare muore nell’infinito mi troverai.
Senza voce. Ti scriverò una canzone.
(ho perso una collezione di 33 giri in soffitta
ora ho note ingabbiate in un canterano di bit)
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