Scritto da © Franco Pucci - Sab, 21/11/2015 - 09:08
È arduo raccontar la quiete di questi miei anni
è arduo scovarne il tremolio, il tenero affanno
e seppure ora sia tempo di ormeggiare il legno
all’orizzonte l’approdo non sarà fata Morgana.
Potrei evitar la conta, ma l’eco ancora m’assale
l’eco di quei dolori sepolti dall’ignavia al cuore
potrei, ma non sarebbe sincero il mio racconto
e tu volgeresti altrove i tuoi occhi per l’inganno.
Vorrei la poesia che buca l’anima che emoziona
poesia che graffia ma solo se ne abbracci i versi
l’angustia muore, t’apri al sorriso e illudi Crono
mentre vesti di quiete l’amore che vai scrivendo.
“Questi miei anni agili ninfee
ballerine sospese sulle punte
étoile provette di passi arditi
dispensatrici di labile quiete.”
Sino al prossimo soprassalto al cuore.
è arduo scovarne il tremolio, il tenero affanno
e seppure ora sia tempo di ormeggiare il legno
all’orizzonte l’approdo non sarà fata Morgana.
Potrei evitar la conta, ma l’eco ancora m’assale
l’eco di quei dolori sepolti dall’ignavia al cuore
potrei, ma non sarebbe sincero il mio racconto
e tu volgeresti altrove i tuoi occhi per l’inganno.
Vorrei la poesia che buca l’anima che emoziona
poesia che graffia ma solo se ne abbracci i versi
l’angustia muore, t’apri al sorriso e illudi Crono
mentre vesti di quiete l’amore che vai scrivendo.
“Questi miei anni agili ninfee
ballerine sospese sulle punte
étoile provette di passi arditi
dispensatrici di labile quiete.”
Sino al prossimo soprassalto al cuore.
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